"Sono due anni che diciamo che il
concordato preventivo fiscale si sarebbe rivelato un totale
fallimento. Ci siamo sentiti rispondere che la strumento avrebbe
rappresentato il nuovo paradigma dei rapporti Fisco-contribuenti
e avrebbe fornito il gettito necessario per abbassare l'Irpef
sul ceto medio. Nulla di tutto questo è avvenuto, con il ceto
medio italiano ormai sempre più 'ceto morto'. Eppure molte
associazioni professionali avevano bocciato a più riprese lo
strumento spacciato per nuovo, ma già sperimento negativamente
con l'ultimo governo Berlusconi. Adesso è semplicemente
sconfortante ascoltare il vicepremier leghista Salvini,
all'epoca tra i più fieri sostenitori del concordato con il
viceministro di Fdi Maurizio Leo, ammettere che lo strumento non
è stato risolutivo al punto da dover essere sostituito con una
nuova maxi-rottamazione". Lo comunica in una nota il senatore
Mario Turco, vicepresidente del M5S e coordinatore del Comitato
pentastellato su economia, lavoro, imprese.
"Come è possibile portare avanti una politica fiscale davvero
al servizio dell'economia, delle piccole imprese e delle partite
Iva con questo modus operandi schizofrenico? Come è possibile
che il destino della stessa politica fiscale passi per gli
stracci che volano tra Lega e Fdi? Possibile che il centrodestra
non abbia alcuna proposta fiscale che non sia vecchia di 20 o 30
anni, come è stato per il concordato e l'ennesima rottamazione?
E non si dica che nel 2024 c'è stato il boom dei risultati della
lotta all'evasione, visto che il gettito è stato spinto
soprattutto dalle definizioni agevolate e dagli adempimenti
spontanei che nulla hanno a che vedere con la vera lotta
all'evasione. La dura realtà è che se oggi abbiamo una crescita
azzerata, una produzione industriale in calo da 22 mesi
consecutivi, un crollo dei fatturati della manifattura di 42
miliardi di euro, l'esplosione delle ore di cassa integrazione,
la perdita netta di potere d'acquisto degli italiani dopo il
biennio d'inflazione 2022-2023, è anche perché il Governo Meloni
non è stato e non è in grado di declinare uno straccio di
politica fiscale", conclude.
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