"Siamo preoccupati per la nuova
richiesta di cassa integrazione formulata da Acciaierie d'Italia
in As, per la quale siamo stati convocati il 18 febbraio per
avviare l'esame congiunto sul rinnovo per un anno. Se a luglio
2024 al Ministero del Lavoro fu trovato un accordo su un numero
massimo di 4.050 cassintegrati nel gruppo, di cui 3.500 a
Taranto, partendo da una richiesta di 5.200, stavolta il
siderurgico chiede la cassa per 2.955 dipendenti di Taranto". Lo
ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano nel
corso dell'audizione nella nona Commissione del Senato
nell'ambito dell'esame del disegno di legge n. 1359 (d-l 3/2025
- Continuità produttiva e occupazionale ex Ilva).
"Nonostante la riduzione del numero di lavoratori coinvolti,
siamo preoccupati - ha aggiunto - perché la richiesta di cassa
straordinaria dimostra che i livelli produttivi attuali, ma
anche quelli attesi nel prossimo futuro, non sono ancora
sufficienti a garantire l'equilibrio e la sostenibilità
finanziaria. Sotto ai cinque milioni di tonnellate di produzione
di acciaio, attualmente la fabbrica ne realizza meno della metà,
c'è squilibrio nel rapporto costi-ricavi dell'intero ciclo
produttivo".
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