Confindustria Ascoli Piceno
torna a chiedere con forza un intervento risolutivo sul ponte
ancaranese, infrastruttura strategica per l'area industriale del
territorio, la cui demolizione e ricostruzione è attualmente
bloccata da un vincolo culturale.
Il presidente Simone Ferraioli denuncia una situazione
paradossale: "La nostra zona industriale è oggi costretta a
vivere una situazione kafkiana", sottolinea, ricordando:
"abbiamo un territorio che macina record a livello regionale e i
recenti dati sull'occupazione lo dimostrano: la provincia
ascolana fa registrare la percentuale più alta di occupati con
il 53,3%, (superiore al dato complessivo regionale che si
attesta al 50,4%) seguita dal 52,7% di Pesaro-Urbino, poi dal
49,7% della provincia di Ancona, dal 48,5% di Macerata e,
fanalino di coda, dal 47,8% della provincia di Fermo". Anche per
il tasso di occupazione maschile, la provincia di Ascoli risulta
prima con 60% seguita dal 57,6% di Pesaro, dal 56,6% di Fermo,
dal 55,5% di Ancona e dal 54,4% di Macerata".
"Cresce anche il tasso di occupazione giovanile per la fascia
di età 15-34 anni: - sottolinea - si passa dal 47,9% di fine
2023 al 54,4% (+6,5%). Anche in questo caso si tratta del
miglior dato percentuale delle Marche, davanti a Pesaro Urbino
(52,7%), a Macerata (51,9%), a Fermo (50,9%) e ad Ancona
(47,3%)".
Il ponte, oggetto di un vincolo per presunto interesse
culturale, secondo Ferrarioli, è stato in realtà ricostruito nel
dopoguerra con tecniche comuni e alterato architettonicamente,
rendendo incomprensibile l'ostacolo alla sua sostituzione.
Nonostante siano già disponibili i fondi per l'intervento e
l'Ufficio Speciale per la Ricostruzione pronto alla
progettazione, tutto è fermo.
"Alcuni investimenti sono stati delocalizzati e altri sono in
stand-by per le incertezze legate alla viabilità. Il rischio
concreto - conclude Ferraioli - è di compromettere tutto il
lavoro fatto dalle imprese locali e di perdere nuove opportunità
di sviluppo, con gravi ripercussioni per l'intero tessuto
economico e sociale".
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