La sanità rappresenta un bene
imprescindibile anche per il suo valore economico: costituisce
ben l'8,7% del PIL e potrebbe apportare più dell'11% sia in
termini di Pil che di occupazione. E' quanto emerge Primo
Rapporto Nazionale sull'imprenditoria sanitaria, realizzato in
collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio
Guglielmo Tagliacarne, presentato dalla Camera di Commercio di
Cosenza alla Camera dei deputati e in collegamento con la sede
dell'Ente, insieme al Codice delle Aziende sanitarie locali,
curato da Quirino Lorelli.
La spesa sanitaria italiana, conl'8,7% del Pil, è
sostanzialmente in linea con la media Ocse, con un 6,4% di
contributo statale, uno 0,2% finanziato con schemi volontari, e
un 2,0% supportato con pagamento diretto privato, o
out-of-pocket. Tuttavia, l'Italia risulta, nell'ultimo decennio,
in posizioni fortemente inferiori in termini di spesa sanitaria
pubblica pro capite rispetto alla media Ocse e della maggior
parte dei principali paesi europei, un divario che sembra
accelerare negli ultimi 4-5 anni di analisi.
Nel 2019, la spesa sanitaria corrente dell'Italia è stata
pari a 154 832 milioni di euro, sostenuta per il 74,1% dal
settore pubblico e per la restante parte (25,9%) dal settore
privato, a carico prevalentemente dalle famiglie. Nello stesso
anno, la spesa sanitaria totale pro-capite è stata pari a 2.568
euro, a fronte di una spesa privata di 664 euro.
"Il sistema della salute italiano (pubblico e privato), e le
sue interazioni con gli altri settori, - è riportato nel
documento - costituiscono uno dei principali motori di sviluppo
dell'economia del paese. Il valore aggregato totale rappresenta
il 2,5% del Pil italiano, mentre in termini di occupazione
(872.000 unità) il settore ha impiegato il 3,5% del totale di
occupati del Paese. In termini di occupazione, il settore
sanitario privato sembra aver avuto, specie nel 2020, una
dinamica in controtendenza rispetto agli altri settori
economici. Dal punto di vista territoriale, la situazione della
Calabria vede una sanità privata capace di generare, nel 2018,
valore aggiunto per l'1,3% del totale nazionale (547 milioni di
euro), Buona parte del valore aggiunto totale (38,1%) risulta
prodotto da unità nella provincia di Cosenza".
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