C'era una volta un'ambita
professione: quella del notaio. E, oggi, non è più così: a fare
la pratica per esercitare la pubblica funzione sono infatti
sempre meno persone in Italia, visto che dal 2010 al 2016 a Roma
il calo è stato del 56,67%, del 34,78% a Milano, mentre a Torino
la diminuzione supera il 70%. Ma, osserva il sindacato di
categoria Federnotai, ''da Nord a Sud dello Stivale la riduzione
è omogenea", poiché ad esempio, "anche Napoli subisce un calo di
iscritti alla pratica del 60% rispetto al 2010". Il fattore
principale della perdita di 'appeal' della professione notarile,
si sottolinea, risiede nella "incertezza sui tempi: il concorso
dovrebbe essere indetto ogni anno, in realtà ne passano in media
due. Sono altrettanto incerti i tempi di correzione delle prove
scritte e l'attesa tra la fine delle prove orali e
l'approvazione della graduatoria: dal giorno dell'esame orale al
giorno in cui si ottiene il sigillo passa circa un anno". Da qui
l'iniziativa di Federnotai di elaborare una serie di proposte
per rivedere l'accesso alla professione, tra cui "l'abolizione
del limite delle tre consegne" degli elaborati per superare il
concorso. "Abbiamo affidato le nostre proposte al Consiglio
nazionale del Notariato - spiega il presidente Carmelo Di Marco
- augurandoci che le analizzi e le condivida, per sottoporle al
Ministero di Giustizia in vista di una riforma migliorativa".
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