Una modifica normativa che "rischia
di essere, involontariamente, una semplificazione inopportuna".
Così il presidente di Federnotai Giovanni Liotta giudica la
proposta di Legge sulla semplificazione fiscale attualmente in
esame della Commissione Finanze alla Camera, che per effetto di
un emendamento a firma Carla Ruocco (M5s) allargherebbe le
competenze in materia di "cessioni e affitto d'azienda",
limitatamente alle imprese individuali, anche ai dottori
commercialisti e agli avvocati, oltre che ai notai. "Dal 1993 i
notai garantiscono la trasparenza e la tracciabilità delle
cessioni d'azienda quali pubblici ufficiali terzi indipendenti
incaricati dallo Stato: l'efficienza di questo sistema è
riconosciuta a livello internazionale da Banca Mondiale, Ocse e
Gafi e a livello nazionale da Dia e Autorità Anticorruzione. I
dati immessi dai notai nei pubblici registri - osserva - incluso
il registro delle imprese, sono dati certi che hanno superato
positivamente il controllo di legalità nell'interesse dello
Stato con garanzia di assolvimento delle imposte dovute, essendo
il notaio responsabile personalmente anche del loro pagamento".
Perciò, afferma il vertice di Federnotai, "se in nome della
semplificazione si decidesse che lo Stato debba rinunciare alla
propria funzione di controllo, tanto varrebbe allora tornare
allo stato 'quo ante' il 1993, quando per le cessioni e
l'affitto d'azienda era sufficiente una scrittura privata".
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