La condanna a morte in Iran per il
ricercatore universitario iraniano-svedese Ahmadreza Djalali è
in programma non più tardi del 21 marzo prossimo. Lo fa sapere
l'agenzia Isna citando fonti anonime mentre al momento non ci
sono stati commenti a riguardo da parte della magistratura.
Djalali è stato arrestato nel 2016 mentre si trovava nel
Paese su invito dell'Università di Teheran e Shiraz. Nel 2017 è
stato condannato a morte dopo essere stato accusato di avere
fornito informazioni all'intelligence israeliana riguardo al
programma nucleare iraniano. Ricercatore universitario oggi
50enne, Djalali ha lavorato in numerose università europee e nel
2018, mentre si trovava in carcere, ha ricevuto la cittadinanza
svedese. Vari rapporti delle Nazioni Unite hanno criticato
l'Iran per le condizioni di detenzioni di Djalali a cui
sarebbero state estrapolate confessioni dopo minacce e si
troverebbe in condizioni di salute precarie a causa del regime
di isolamento a cui è stato sottoposto.
L'annuncio dell'esecuzione delle condanna a morte arriva
nello stesso giorno della conclusione del processo a Stoccolma
per Hamid Nouri, ex funzionario della magistratura iraniana
arrestato in Svezia nel 2019 con l'accusa di crimini di guerra e
abuso dei diritti umani per avere avuto un ruolo nell'esecuzione
di oltre 5000 prigionieri politici in Iran nel 1988. Teheran ha
definito "infondate e inventate" le accuse contro Nouri che, se
ritenuto colpevole, potrebbe essere condannato al carcere a
vita.
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