È stato l'antisemitismo a muovere il siriano che venerdì ha accoltellato alla gola un turista spagnolo mentre visitava il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa. Lo ha raccontato lui stesso alla polizia dopo essere stato fermato. Ha detto di pensare da settimane a uccidere gli ebrei e per questa ragione ha scelto il celebre monumento, situato a poche centinaia di metri dal Parlamento e dalla porta di Brandeburgo. Quanto alla vittima, il turista trentenne, dopo l'assalto è stato portato in ospedale, e grazie alla tempestività dei soccorsi è stato dichiarato non più in pericolo di vita.
Il Memoriale è conosciuto da tutti i turisti che visitano la capitale: costituito da oltre 2.700 blocchi di cemento, alcuni possono arrivare in altezza a ben quattro metri, non ha un vero e proprio ingresso, è accessibile da tutti i lati. Proprio per questo i pompieri, per favorire le ricerche del colpevole, hanno illuminato tutta l'area con una gru. Il siriano è stato catturato poco dopo, quando la polizia ha notato le mani e i vestiti sporchi di sangue. Era ancora nei dintorni, sembra che non abbia provato a darsi alla fuga.
La polizia racconta che è stato cooperativo, nel suo zaino hanno trovato una copia del corano, un tappeto per la preghiera e il coltello. Appena diciannove anni, era arrivato in Germania due anni fa senza i genitori. Nel paese risedeva legalmente: la sua richiesta di asilo era stata accolta e viveva a Lipsia, dove stamattina le forze dell'ordine hanno perquisito la sua abitazione. Al momento non è chiaro se fosse in contatto con qualche gruppo particolare o se sia trattato di un nuovo caso di rapidissima radicalizzazione. Non sembrano invece esserci più dubbi sul movente: l'antisemitismo. Cosa che a poche ore dalle elezioni non può che infiammare la discussione. Il sindaco di Berlino, il conservatore, Kai Wegner ha parlato di un attacco "perfido e vile", mentre la ministra federale dell'Interno, la socialdemocratica Nancy Faeser, ha chiesto "pene dure, ma anche l'espulsione immediata".
Mentre Robert Habeck, candidato alla cancelleria per i Verdi e vicecancelliere, ha detto che ogni forma di antisemitismo rappresenta "la vergogna della Germania". Si è trattato inoltre del secondo campanello d'allarme a poche ore dall'apertura dei seggi elettorali. A far suonare il primo ci aveva pensato la polizia del Brandeburgo con un massiccio intervento all'aeroporto della capitale Ber-Willy Brandt. Dove era stato tratto in arresto un diciottenne ceceno, con passaporto russo, con un'accusa pesante: pianificava un attacco in grande stile, secondo i media l'obiettivo era l'ambasciata israeliana. Stamane, inoltre, le forze dell'ordine hanno perquisito la sua casa trovando quello che è apparso subito come esplosivo, rendendo necessaria l'evacuazione dell'intero stabile. Il ragazzo era in aeroporto perché voleva andare in Turchia e raggiungere i suoi contatti nelle organizzazioni terroriste. Secondo alcuni media voleva unirsi allo Stato islamico, per altri puntava a rivedere la propria strategia in Germania. Adesso è in custodia cautelare.
Rimosso esplosivo da abitazione a Potsdam
La polizia di Potsdam ha intanto confermato all'ANSA di aver rimosso "quello che presumibilmente è esplosivo" da un'abitazione nella città. Non ci sono ancora dettagli sulla natura dell'esplosivo. Si tratta di un'operazione condotta dopo l'arresto di un giovane ceceno accusato di pianificare un attentato all'ambasciata israeliana in Germania. L'uomo è stato fermato giovedì all'aeroporto Ber-Willy Brandt di Berlino dove stava per imbarcarsi su un volo per la Turchia. A Potsdam è previsto nel primo pomeriggio l'incontro del cancelliere Olaf Scholz con gli elettori alla vigilia del voto di domani in Germania.
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