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Nazionalisti anti euro vandalizzano la sede Ue a Sofia

Nazionalisti anti euro vandalizzano la sede Ue a Sofia

L'ultradestra brucia i manichini di Dombrovskis e Lagarde

ROMA, 22 febbraio 2025, 20:44

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Scene di guerriglia urbana nel centro storico di Sofia dopo che alcuni esponenti dell'estrema destra bulgara, contrari all'adesione all'euro, hanno lanciato molotov, uova e vernice contro la sede della Commissione europea, causando violenti disordini e caos nella capitale del Paese balcanico.

L'edificio della rappresentanza di Bruxelles è stato letteralmente vandalizzato durante una manifestazione organizzata dal partito nazionalista filo-russo Vazrazhdane ('Rinascita'), terza forza politica in Parlamento. I manifestanti, qualche migliaio, hanno scandito "Dimissioni" e "No all'euro", oltre a dare alle fiamme una bandiera dell'Unione europea e a bruciare simbolicamente alcuni fantocci che riproducevano le fattezze del commissario europeo Valdis Dombrovskis, della presidente della Bce Christine Lagarde e di Paschal Donohoe, presidente dell'Eurogruppo, che procedono e supervisionano l'iter per l'introduzione in Bulgaria della moneta unica.

Nel corso dei disordini 10 agenti di polizia sono rimasti feriti e sei manifestanti sono stati arrestati. Sconcerto è stato espresso dalla presidente dell'esecutivo comunitario Ursula von der Leyen che su X ha parlato di "scene oltraggiose", ricordando che "in Europa esercitiamo il diritto di manifestare in modo pacifico", e che "la violenza e il vandalismo non sono mai la risposta". Per la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, si tratta di episodi "sono vergognosi e inaccettabili". Il governo di Sofia ha condannato i disordini in piazza.

"Il diritto democratico alla protesta non comprende l'aggressione, la distruzione della proprietà pubblica e gli attacchi contro gli agenti di polizia. Lo Stato non tollererà i tentativi di destabilizzazione e adotterà tutte le misure necessarie per garantire l'ordine pubblico", ha denunciato l'esecutivo in un comunicato. Nel 2023 il partito Vazrazhdane aveva presentato oltre 600 mila firme di cittadini bulgari per indire un referendum sull'euro ma il Parlamento aveva respinto la richiesta, nonostante il fatto che secondo la costituzione in presenza di 500 mila firme il parlamento è obbligato a indire il rispettivo referendum. Il leader del partito Vazrazhdane, Kostadin Kostadinov, ha minacciato che l'accesso al Parlamento sarà bloccato se i governanti non rispetteranno la richiesta di organizzare il referendum sulla preservazione del Lev bulgaro. 

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