Il governo boliviano ha accolto con
entusiasmo la decisione dell'ex presidente Evo Morales di
abbandonare il Movimento al Socialismo (Mas) al termine di un
lungo braccio di ferro interno al partito con il capo dello
stato in carica Luis Arce.
"Siamo molto contenti che Evo Morales se ne vada. Ci fa un
favore enorme, era una persona che ci stava arrecando molti
danni. Spero che il resto dei tesserati della sua corrente
facciano lo stesso", ha detto il ministro dell'Interno, Eduardo
del Castillo, nel corso di una conferenza stampa. "Adesso
potremo lavorare in pace per definire le candidature per le
elezioni del 2025", ha aggiunto.
L'annuncio del formale abbandono dal Mas di Morales - e di
1.500 suoi fedelissimi - era stato fatto dallo stesso leader
indigeno, fondatore del partito in cui ha militato per 30 anni e
governato il Paese tra il 2006 e il 2019.
In precedenza Morales aveva annunciato la sua candidatura
alla presidenza con il partito Fronte per la Vittoria (Fpv),
nonostante sia stato dichiarato ineleggibile dalla Corte suprema
e sia ricercato dalla giustizia per un'accusa di violenza
sessuale. Morales considera l'impedimento giudiziario e
l'inchiesta ai suoi danni parte di una strategia politica
illegittima di Arce per impedirgli di candidarsi alle elezioni.
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