In una lettera aperta, 134 premi
Nobel hanno invitato la Guida suprema iraniana Ali Kamenei a
garantire che Ahmadreza Djalali, esperto di Medicina dei
disastri e assistenza umanitaria ed ex ricercatore presso
l'Università del Piemonte Orientale di Novara, condannato a
morte in Iran con l'accusa di "spionaggio", "possa tornare a
casa da sua moglie e dai suoi figli e continuare il suo lavoro
accademico a beneficio dell'umanità". Lo rende noto Amnesty
International aggiungendo che oltre 160.000 persone hanno già
firmato l'appello sul sito amnesty.it. Djalali - ricorda
l'organizzazione a tutela dei diritti umani - stava lavorando al
Karolinska Institute di Stoccolma prima di essere arrestato,
nell'aprile 2016, dai servizi segreti mentre si trovava in Iran
per partecipare a una serie di seminari nelle università di
Teheran e Shiraz. Le autorità iraniane hanno fatto forti
pressioni su Djalali affinché firmasse una dichiarazione in cui
"confessava" di essere una spia per conto di un "governo
ostile".
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