Dopo il debutto modenese dello
scorso gennaio e una lunga tournée in Italia, il capolavoro di
Samuel Beckett "Aspettando Godot" con la regia di Theodoros
Terzopoulos, il 20 e il 21 ottobre prossimi sbarca in Cina al
Wuzhen Theatre Festival, grazie al sostegno dell'Istituto
Italiano di Cultura in Cina.
Il grande classico beckettiano, fra i drammi che hanno
maggiormente segnato la storia del teatro novecentesco, scritto
alla fine degli anni Quaranta e andato in scena per la prima
volta al Theatre de Babylone di Parigi il 5 gennaio 1953, nelle
mani dell'esperto maestro greco si trasforma in una lente per
decifrare l'Altro. Si tratta di uno dei testi più celebri del
"teatro dell'assurdo", che ruota attorno al dialogo sterile fra
due personaggi sospesi nella condizione dell'attesa: con la sua
cifra stilistica, Terzopoulos crea un vivo dialogo tra la
contemporaneità e il dramma beckettiano, trattato come una lente
per leggere e interpretare il presente, tra le sue profonde
contraddizioni e le tragiche derive. Nella sua versione, la
vicenda è ambientata in un mondo in rovina, in un futuro molto
prossimo in cui tutte le ferite attuali e passate appaiono
acuite. In questo contesto, si apre l'interrogativo su quali
siano le condizioni minime per pensare a una vita che valga la
pena di essere vissuta.
"In Aspettando Godot ci sono due possibili risposte e lì
intendiamo sostenere il nostro lavoro: - commenta Terzopoulos -
la prima è lo sforzo di comunicare e coesistere con l'Altro,
colui che ci sta di fronte, nonostante gli ostacoli, anche
quando questi sembrano formidabili! Il secondo è lo sforzo di
comunicare con l'Altro dentro di noi, questa zona
imperscrutabile e oscura di desideri e paure represse, di sensi
e istinti dimenticati, la regione dell'animale e del divino,
dove nascono la follia e il sogno, il delirio e l'incubo". In
questa coproduzione realizzata ERT Emilia Romagna Teatro e
Fondazione Teatro di Napoli, "Aspettando Godot" è interpretata
da Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano, con i giovani
attori Giulio Germano Cervi e Rocco Ancarola.
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