Il racconto di un film che punta a
"dare parola a chi di solito non ha parola" da una parte, la
bellezza di accompagnare con la musica un "cinema italiano che
viaggia" dall'altra. A Madrid è stata una serata con il botto a
dare il via al Festival del cinema italiano, appuntamento che
accompagnerà gli appassionati locali fino al prossimo 30
novembre: a inaugurare la 16esima edizione sono stati infatti
due ospiti d'eccezione, Matteo Garrone e Diodato.
Il regista è sulla cresta dell'onda grazie a 'Io, capitano',
storia di un'odissea contemporanea vissuta da due giovani
migranti, ora candidata dall'Italia agli Oscar dopo aver
riscosso grande successo alla Mostra del Cinema di Venezia. Il
cantautore già vincitore di Sanremo 2020, invece, ha sfruttato
l'occasione per lanciare dal vivo, durante un concerto in
acustico con il violinista Rodrigo D'Erasmo, il suo nuovo brano
'La mia terra': la canzone è inclusa nella colonna sonora del
film "Palazzina Laf", opera prima da regista di Michele Riondino
che verrà proiettata in anteprima proprio a Madrid.
I due sono stati protagonisti sul palco dell'Istituto
Italiano di Cultura (Iic), organizzatore della kermesse sotto
l'egida dell'ambasciata italiana in Spagna. "È un festival che
guarda alla contemporaneità e ci mette di fronte alle sue sfide,
ma allo stesso tempo non dimentica di rendere omaggio al
passato", ha detto la direttrice dell'Iic Marialuisa Pappalardo
prima di consegnare allo stesso Garrone il Premio del Festival
del Cinema Italiano di Madrid. "È diventato uno degli
appuntamenti più attesi per i cinefili madrileni e non solo", ha
aggiunto il ministro consigliere dell'ambasciata Benedetto
Giuntini.
"Per ora il cammino di 'Io, capitano' ci sta riempiendo di
soddisfazioni", ha detto a margine Garrone parlando all'ANSA e
altri media presenti, sottolineando che dopo quasi tre mesi
dall'uscita "continua a essere nella top list dei migliori
incassi". Un successo possibile in particolare grazie "alle
scuole", che stanno consentendo al film di raggiungere una parte
di pubblico "che non è andato a vederlo subito", quello dei
ragazzi coetanei dei protagonisti della vicenda. "E io ne sono
molto felice, perché quando lo facevo pensavo molto ai giovani e
alla possibilità che riflettessero sul fatto che dietro i numeri
che loro vedono in televisione da anni ci sono ragazzi come
loro", ha aggiunto il regista. Al termine di una serata
"emozionante", da parte sua Diodato ha ricordato come il suo
primo incontro con Garrone risalga a "molti anni fa", quando,
agli inizi della sua carriera, aveva suonato in un pub gestito
proprio dal regista a Roma.
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