"L'Uruguay è una nuova frontiera per gli investimenti". Ne è convinto l'ambasciatore italiano a Montevideo, Giovanni Battista Iannuzzi, che in un'intervista all'ANSA mette in luce i punti di forza di questo angolo di Sudamerica, caratterizzato da "una forte stabilità politica, un pil in crescita, interessanti agevolazioni, ed un basso livello di corruzione".
Un Paese a forte vocazione agricola, con 3,4 milioni di abitanti, per 14milioni di bovini principalmente allevati in 175mila chilometri quadrati di pascoli - spiega il diplomatico - ma anche "un'eccellenza per i suoi software e prodotti high-tech, dove Microsoft ha aperto un laboratorio, a Montevideo, dedicato ai sistemi di intelligenza artificiale a beneficio delle imprese della regione". La prima struttura del genere in America Latina e la terza fuori dagli Stati Uniti.
D'altra parte - osserva Iannuzzi - in Uruguay, "di cui l'Italia è il dodicesimo fornitore e diciannovesimo mercato di sbocco, con interscambi in crescita (nel 2022 sono stati a quota 753 milioni di euro, +200 milioni sul 2021), si vanno man mano concentrando investimenti dall'estero", aumentati del 71% lo scorso anno, e già a livelli record nel 2023, con i tedeschi della Hif Global, che hanno iniettato 4 miliardi di dollari per realizzare un impianto per produrre idrogeno verde.
"L'energia e il settore forestale sono le aree che presentano le principali occasioni di investimento. In particolare, c'è un ambizioso piano sulle energie alternative (soprattutto eolico, biomassa e idrogeno verde), che dovrebbe garantire una piena autosufficienza all'Uruguay, dove attualmente il 97% dell'elettricità proviene da fonti green".
E in tema di bio-combustibili, anche "l'Italia si sta affacciando su questo mercato", - rileva l'ambasciatore - con la Maire Tecnimont che di recente ha presentato un progetto per la trasformazione degli scarti agricoli. Una proposta "che ha destato interesse, e che costituisce al momento un capitolo aperto". Ma il know-how italiano potrebbe trarre vantaggi anche dalla selvicoltura, particolarmente florida, con l'export di polpa di cellulosa (primo prodotto verso l'Italia) e l'edilizia in legno, sempre più diffusa.
La viticoltura costituisce un'altra occasione interessante per la nostra tradizione imprenditoriale, che potrebbe beneficiare di dazi ridotti all'interno del Mercosur e di altri Paesi latinoamericani, conquistando una posizione di vantaggio rispetto all'esportazione dall'Europa. L'Uruguay, terra del Tannat, uva importata dalla Francia, infatti si adatta bene a molti altri vitigni come il Syrah o il Merlot, lo Chardonnay o il Sauvignon blanc, con gli emigranti piemontesi che qui hanno impiantato persino il Barbera.
Ma al settore del vino si accompagna quello della trasformazione del latte, dagli yogurt ai formaggi, comparto in cui per il momento, nella totale assenza degli italiani, prosperano i francesi di Lactalis e Danone.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA