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Testamento colombiano di Berlusconi, indagato Di Nunzio

Testamento colombiano di Berlusconi, indagato Di Nunzio

L'imprenditore dice essere tra gli eredi del Cav. Pm: 'Atto falso'

MILANO, 23 ottobre 2023, 22:08

di Francesca Brunati e Igor Greganti

ANSACheck

Silvio Berlusconi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvio Berlusconi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Silvio Berlusconi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sostiene di essere tra gli eredi di Silvio Berlusconi per via di un testamento sottoscritto dal Cavaliere in Colombia poco più di due anni fa. Testamento che la Procura di Milano ritiene, però, sia stato falsificato e quindi ha provveduto ad iscrivere nel registro degli indagati colui che pretende di passare all'incasso di una notevole fortuna.

Protagonista del caso, passato alla ribalta delle cronache giudiziarie, è l'imprenditore piemontese Marco Di Nunzio al centro di una inchiesta che il pm Roberta Amadeo e il procuratore Marcello Viola hanno aperto poco prima dell'apertura ufficiale del testamento del leader di Forza Italia scomparso lo scorso 12 giugno.

A dare il via alle indagini è stata una segnalazione dell'allora ambasciatore italiano a Bogotà, Gherardo Amaduzzi, datata 22 giugno e finita sul tavolo del procuratore Viola 6 giorni dopo. Il diplomatico avvertiva la magistratura milanese che Di Nunzio gli aveva inoltrato una diffida testamentaria. In sostanza aveva chiesto la pubblicazione anche in Italia del testamento, a suo dire, sottoscritto dall'ex premier a Cartagena davanti a Margarita Rosa Jimenez Najera il 21 settembre 2021 e 'apostillato' dalla Cancelleria del ministero degli Esteri colombiano.

 

 

L'imprenditore, che risiede nel paese sudamericano, asseriva, e asserisce tuttora, di essere destinatario di un patrimonio ragguardevole in virtù di un legame di amicizia con l'ex premier. Tant'è che nel 2013 si candidò alla presidenza della Regione Lombardia con la lista "Movimento Bunga Bunga", poi esclusa dalla commissione della Corte d'appello a causa di presunte irregolarità nelle firme che sono sfociate in una inchiesta.

In base a quell'atto, sventagliato pure sui media, Di Nunzio sostiene che Berlusconi lo avrebbe designato tra i suoi eredi: a suo dire, gli avrebbe lasciato il 2% delle quote di Fininvest, 20 milioni di euro per la sua attività di promozione di FI, altri 6 senza una causale, tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua, la nave "Principessa VaiVia" e anche le altre imbarcazioni. Inoltre, ricostruiscono gli accertamenti, l'imprenditore 55enne, avrebbe tentato, senza risultati, di far pubblicare quel testamento a Milano, insistendo attraverso l'ordine notarile e il notaio della famiglia Berlusconi, ora parte lesa. Una mossa replicata fino a quando lo scorso 3 ottobre è stato depositato e pubblicato presso uno studio notarile di Napoli.

Assistito da un procuratore generale, l'avvocato Erich Grimaldi, Di Nunzio ha formalizzato una diffida ai cinque figli di Berlusconi con la quale ha chiesto l'immediata immissione nel possesso dei beni. Ora inquirenti e investigatori stanno facendo luce sul giallo del secondo testamento del Cavaliere: intanto hanno avviato una rogatoria oltreoceano per recuperare l'originale di quel documento su cui, poi, effettuare una consulenza e inoltre stanno valutando se contestare al sedicente erede anche i reati di truffa e di tentata estorsione, dopo che in una intervista televisiva ha in sostanza affermato che avrebbe potuto anche accontentarsi di una transazione. Che si tratti di un falso ne sono convinti i famigliari di Berlusconi: non solo, tramite i loro legali, hanno fatto sapere che il Cavaliere nel settembre di due anni fa non era in Colombia ma anche che non ha mai conosciuto il signor Di Nunzio 

 



   

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