In cinquantamila per l'Europa, con piazza del Popolo a Roma strapiena, tanto che a un certo punto sono stati chiusi gli accessi, per sicurezza. Un palco con artisti, comici, attori, scrittori, associazioni, ma nessun politico, solo un gruppo di amministratori, di sindaci, che hanno dato una mano all'organizzazione della manifestazione lanciata da Michele Serra su Repubblica. "Non perdiamoci di vista", ha detto il giornalista aprendo la giornata.
"Siamo in tanti - ha spiegato - perché siamo un popolo. Una piazza Europea è una piazza di persone che su molte cose non la pensano allo stesso modo". I partiti sono rimasti in disparte, dietro il palco, con più di una puntata fra la folla. Ma le divisioni si sono viste eccome: il centrodestra non c'era, le opposizioni sì, però ognuna con la propria idea, e senza il M5s. Ma "non facciamo polemiche - ha detto la segretaria Pd, Elly Schlein - ci godiamo questa meravigliosa manifestazione per una Europa federale".
In piazza si respirava un'aria girotondina, da movimentismo ormai maturo ma non disincantato. La manifestazione era per costruire un argine. Per difendere un'Europa che rischia di rimanere schiacciata fra i carri armati russi in Ucraina e la politica aggressiva di Donald Trump. Però, di ricette ce n'erano quante se ne voleva. E infatti le bandiere erano di tutti i tipi. Più di tutte quelle dell'Europa. Poi quelle della pace: per chi è contro il piano di riarmo della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. E quelle dell'Ucraina: per chi è favore. Anche simboli e vessilli hanno marcato le differenze. Il Pd era a vestizione variabile: colori dell'Ue al collo per la segretaria Elly Schlein, quelli dell'Ucraina per i riformisti come Filippo Sensi, quelli della pace per la sinistra del partito, come Nico Stumpo. Presenti anche l'ex premier Paolo Gentiloni e l'ex ministro Dario Franceschini.
Il segretario di Azione Carlo Calenda è arrivato in piazza insieme agli esponenti delle comunità ucraine e georgiana. Con gli ucraini anche Riccardo Magi, di Più Europa, e qualche esponente Pd critico con la segretaria, come Pina Picierno e Alessandro Alfieri. C'erano i tre sindacati: la Cgil con Maurizio Landini, Daniela Fumarola neo leader della Cisl e il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri. Schlein è arrivata con la delegazione Pd. Per lei applausi, incitamenti dai manifestanti. Bagno di folla. Poi ha guadagnato il retropalco, dove sono arrivati gli esponenti di Iv, con la capogruppo alla Camera Maria Elena Boschi, e quindi i leader di Avs, Nicola Fratoianni, con sciarpa della pace, e Angelo Bonelli, per lui coccarda della pace e spilletta Ue.
"Ai politici presenti in piazza e a quelli che non ci sono ho solo un piccolo rilievo da muovere - ha detto Serra dal palco - Siete troppo intelligenti. Cercate, per favore, di essere un poco più stupidi, come questa piazza che non ha fatto calcoli. Cercate, per favore, di parlarvi e addirittura di ascoltarvi".
Intanto, dal video o in presenza, sul palco sfilavano Jovanotti, Pennac, Vecchioni, Paolo Virzì... E Liliana Segre: "Difendere l'Europa significa molte cose - ha detto - Certo, significa mettersi nelle condizioni di fronteggiare le minacce dei nemici della pace, che esistono e che non vanno sottovalutati.
L'arrendevolezza non ha mai impedito le guerre, anzi ha sempre solo incoraggiato i disegni di sopraffazione". Ecco, riarmo sì o riarmo no: il tema che ha tenuto distante chi era di fianco in piazza. Il tema che ha già sp accato il Pd. In mattinata c'era stato un incontro fra Schlein, contraria al piano di von der Leyen, e Gentiloni, favorevole. Le due anime del partito. In prima fila a un convegno hanno parlato a lungo. Ma poi l'ex premier ha ribadito: il piano di riarmo Ue "è una decisione storica, che apre una strada, anche se non è sufficiente. Ostacolarlo sarebbe un errore". Nessun calumet della pace.
Schlein è determinata: serve un chiarimento. Come? Chi le sta vicino tende a escludere soluzioni "politiciste", come rimpasti o azzeramenti della segreteria. Per il resto, le opzioni sono tutte sul tavolo, dal congresso al referendum fra gli iscritti sulla politica estera: "Deciderà la segretaria".
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