Le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 20-21 marzo, nell'aula del Senato. Presiede l'aula il presidente Ignazio La Russa.
Mentre la premier Giorgia Meloni rende le sue comunicazioni, sono presenti quasi tutti i ministri, ad eccezione di Matteo Salvini e molti sottosegretari. Accanto a Meloni ci sono il vicepremier Antonio Tajani e il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti. Sedie aggiunte per il responsabile del Viminale Matteo Piantedosi e per la ministra del Turismo Daniela Santanché. Affollati anche gli scranni della maggioranza e dell'opposizione.
"Sono convinta che si debba continuare a lavorare con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno di intesa e scongiurare una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né Stati Uniti né Europa. Credo non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie, che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono".
"Seguiamo con grande preoccupazione la ripresa dei combattimenti a Gaza, che mette a repentaglio gli obiettivi ai quali tutti lavoriamo, il rilascio di tutti gli ostaggi e una fine permanente delle ostilità, così come il ripristino di buna piena assistenza umanitaria nella Striscia".
"Mi sento di rivolgere un affettuoso saluto al Santo Padre che mai ha fatto mancare la sua forza e sua guida. Il mio augurio, e interpreto il sentimento di quest'Aula, e sono sicura di tutto il popolo italiano, di poterlo vedere prima possibile ristabilito del tutto". Alle sue parole è seguito un applauso dell'Aula con i parlamentari in piedi.
Nel conflitto tra Russia e Ucraina "è lo stallo sul campo che oggi può portare ai negoziati della pace e penso si debba rivendicare con orgoglio il sostegno compatto e determinato al popolo ucraino. Dunque salutiamo positivamente questa fase e sosteniamo lo sforzo avviato dal presidente Trump".
"Con la stessa determinazione voglio dire che siamo al fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ogni qual volta che viene attaccato per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti". Meloni ha ribadito che il sostegno dell'Italia all'Ucraina è rimasto "immutato".
"Di fronte a proposte che rispettiamo ma non ci convincono, sempre ringraziando chi in questa fase si prende la responsabilità di fare delle proposte, sarò chiara di fronte a quest'Aula: l'invio di truppe italiane in Ucraina è un tema che non è mai stato all'ordine del giorno, così come riteniamo che l'invio di truppe europee, proposto in prima battuta da Regno Unito e Francia sia un'opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace".
"Approfitto per annunciare che l'Italia non intende distogliere un solo euro dai Fondi di coesione per la difesa e su questo siamo tutti d'accordo". Così la premier parlando del Rearm Ue. Meloni ha ricordato che gli 800 miliardi del Piano "non sono né risorse tolte da altri capi di spesa ne risorse aggiuntive europee" e che "l'Italia si è opposta a che una quota dei Fondi di coesione venisse automaticamente spostata sulla difesa ed è una battaglia che abbiamo vinto".
"Ritengo che ReArm europe sia un nome fuorviante per i cittadini perché siamo chiamati a rafforzare le nostre capacità difensive ma oggi questo non significa acquistare banalmente armamenti" ma innanzitutto "semmai produrli" e ancora "rispetto al semplice potenziamento degli arsenali" anche "operatività, servizi essenziali, infrastrutture energetiche, catene di approvvigionamento: tutte cose che non si fanno semplicemente con le armi. Senza questo approccio non c'è difesa".
"Ci troviamo alla vigilia di un Consiglio europeo che cade in un momento estremamente complesso per le vicende globali, e allo stesso tempo decisivo per il destino dell'Italia, dell'Europa dell'Occidente", ha detto la premier.
Spero che affrontiamo tutti questo appuntamento "consapevoli del tempo grave che stiamo attraversando" e che "si possa ragionare insieme di quali siano le scelte migliori" per il nostro Paese, ha detto Meloni.
"E' importante che questo Consiglio segni passi avanti concreti per vincere la sfida della competizione e non condannarci a essere gregari". Così la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Se l'Europa pensa di sopravvivere pretendendo una iper-regolamentazione" allora "semplicemente non sopravviverà", ha detto la premier parlando della questione della competitività. "È la politica - ha aggiunto - che deve tracciare la rotta. Faremo di tutto perché l'Europa non sia soffocata dalle sue stesse regole".
"Intendiamo impedire che il Green Industrial Deal si trasformi in un nuovo Green Deal con un nome diverso", ha detto Meloni sottolineando che "la prima azione non può non riguardare settore dell'auto. Insieme alla Repubblica Ceca abbiamo depositato un documento di lavoro oggi sostenuto da numerosi stati membri".
Meloni, manovra correttiva non è nei radar del governo
"Una manovra correttiva non è nei radar del governo". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nelle repliche dopo le sue comunicazioni in Aula al Senato rispondendo a una domanda del senatore Matteo Renzi.
Meloni, la riforma della giustizia è improcrastinabile
"La riforma della giustizia, dal mio punto di vista, è improcrastinabile". Così la premier Giorgia Meloni, replicando al Senato dopo le sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo. Meloni ha ricordato che "sono riforme attese e richieste" e rivolgendosi al senatore del Pd, Daniele Manca, ha aggiunto: "Noi abbiamo nel programma l'agenda delle riforme. Se avessimo voluto realizzare il vostro programma ci saremmo candidati con voi".
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