E' uno dei volti più conosciuti del collegio cardinalizio: il nome dell'italiano Pierbattista Pizzaballa è legato a doppio filo alla Terra Santa nella quale vive da decenni, prima come francescano della Custodia, poi come Patriarca dei latini.
E' cardinale dal Concistoro del 30 settembre 2023. Ma non aveva fatto in tempo neanche a festeggiare questo passo in avanti nella gerarchia della Chiesa, che gli era stato chiesto da Papa Francesco. Una settimana dopo, il 7 ottobre, la sua Terra Santa viene sconvolta da uno dei conflitti più duri e sanguinosi che perdura tuttora. In questo tempo non ha fatto mancare, quando è stato reso possibile, la sua presenza a Gaza.
È tra i cardinali più giovani del conclave, appena sessanta anni compiuti lo scorso 21 aprile. La sua è una vocazione molto precoce: entrò in seminario ad appena 9 anni e nel 1985, a vent'anni, fa già parte dell’ordine dei frati minori di Ferrara, mentre cinque anni più tardi viene ordinato sacerdote a Bologna.
Nel 1990 viene mandato in Terra Santa. La sua capacità di dialogare con entrambi i mondi, quello israeliano e quello palestinese, grazie anche alla perfetta conoscenza delle due lingue, lo ha portato ad essere il Custode dei frati per dodici anni, tre mandati consecutivi.
Non aveva fatto in tempo a tornare in Italia, nel 2016, quando Papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico sede vacante del patriarcato di Gerusalemme dei Latini, fino alla nomina di un nuovo patriarca, che è poi stato proprio lui. Uno dei suoi primi compiti è stato ripianare il gigantesco debito che era stato accumulato dai predecessori per realizzare l'Università di Madaba. Pizzaballa, anche con scelte dolorose, ha portato avanti la missione di stretta finanziaria che gli era stata affidata da Francesco. Il resto è storia degli ultimi anni: la sua opera incessante per riannodare i fili del dialogo tra il mondo israeliano e quello palestinese.
Al centro c'è quella piccola comunità cattolica che è stritolata, anche economicamente, dal conflitto. La mancanza di pellegrini ha causato infatti un collasso di quella fetta di economia, il turismo religioso, sulla quale vivono le famiglie che fanno riferimento al Patriarcato guidato dal cardinale bergamasco. Tra le curiosità c'è anche quella di essere un lontano parente di Pier Luigi Pizzaballa, lo storico portiere dell'Atalanta, la cui figurina era introvabile.
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