È l'uomo scelto da papa Francesco per le delicate missioni in Russia e Ucraina. Uomo fidato di Bergoglio e da sempre impegnato nel sociale per aiutare senzatetto e bisognosi. Matteo Zuppi è il cardinale che, forse più di chiunque altro, rappresenta la continuità con Jorge Bergoglio.
Nato a Roma nel 1955 è figlio di un giornalista cattolico e della nipote del cardinale Carlo Confalonieri. Quinto di sei figli, muove i primi passi nel 1973 al fianco di Andrea Riccardi nella comunità di Sant'Egidio, realtà all'epoca nata da appena cinque anni. I due si conoscono al liceo Virgilio dove, tra gli altri, studiavano anche Francesco De Gregori e David Sassoli. Sarà proprio lui, da cardinale, a celebrare nel 2022 i funerali del giornalista ed europarlamentare.
A ventidue anni, dopo la laurea in Lettere e filosofia alla Sapienza, entra nel seminario di Palestrina conseguendo il baccellierato in Teologia alla Pontificia università Lateranense. Conosciuto da tutti come 'don Matteo', Zuppi viene ordinato presbitero nel 1981, diventando subito dopo vice parroco della basilica di Santa Maria in Trastevere, dove resterà per 19 anni. Nel 2000 diventa parroco prendendo il posto del neo-vescovo monsignor Vincenzo Paglia.
Nel secondo quinquennio come parroco a Trastevere, dal 2005 al 2010, è stato anche prefetto della terza prefettura di Roma e dal 2000 al 2012 assistente ecclesiastico generale di Sant'Egidio, dopo che con Riccardi aveva anche svolto un ruolo di mediazione in Mozambico nel processo che ha portato alla pace dopo oltre diciassette anni di sanguinosa guerra civile. Il 31 gennaio 2012 Zuppi viene nominato da Benedetto XVI vescovo titolare di Villanova e Ausiliare di Roma.
Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il successivo 14 aprile per le mani dell'allora cardinale vicario Agostino Vallini. Nel 2015, due anni dopo l'arrivo di papa Francesco, viene promosso alla sede metropolitana di Bologna. Il 5 ottobre 2019, invece, viene creato cardinale, ruolo con cui guiderà poi - dal 2022 ad oggi - la Conferenza Episcopale Italiana. Da giugno 2023, inoltre, è giudice della Corte di Cassazione del Vaticano. Sotto il Pontificato di Francesco si è speso molto per portare il messaggio del Papa a Kiev e Mosca, nel tentativo - purtroppo ancora vano - di raggiungere la pace.
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