La Festa della Liberazione è "un incitamento a tenere la schiena dritta, a essere fedeli a noi stessi". Il prossimo 25 aprile si avvicina e il presidente Sergio Mattarella questa volta lo celebrerà a Genova, città medaglia d'oro al Valor Militare, dove visiterà Villa Migone, luogo simbolo della liberazione del capoluogo ligure, dove il generale Meinhold firmò l'atto di resa davanti al CNL.
Sarà la decima tappa di un "pellegrinaggio laico", come la definiscono al Quirinale dando il senso editoriale di un volume particolare appena uscito che raccoglie tutti i discorsi del Capo dello Stato per la Liberazione dalla sua elezione nel 2015.
"La nostra libertà" si intitola non a caso: è infatti una raccolta (editore Interlinea) dei nove interventi di Sergio Mattarella che, con estrema chiarezza, definiscono il credo anti-fascista del Presidente ("fondamento etico della nostra nazione", l'ha definito già nel 2015 parlando a Milano) e confermano la convinzione che proprio con la Liberazione si piantò il seme dell'europeismo che germogliò poco dopo con l'universale condanna di "nazionalismi fuori dalla storia".
Vengono ripercorsi quindi dieci anni di limpido credo repubblicano che il Presidente spiega e motiva senza alcuna ritrosia nel ricordare che, se i caduti sono tutti uguali, c'era chi combatteva dalla parte sbagliata. Nessuno spazio al revisionismo, ai distinguo o a pelose omologazioni storiche che stanno intorpidendo la memoria delle nuove generazioni: piuttosto una narrazione senza soluzione di continuità per raccontare ai più giovani come la Liberazione fu prima di tutto "rivolta morale" contro l'inumanità del nazifascismo, contro l'assoluta negazione della democrazia.
L'agile volume offre un percorso di lettura sulla identità italiana e sulla storia del nostro continente. La Patria, con il disfacimento di una falsa concezione della nazione basata sulla tirannide, diviene, con la Repubblica, il frutto di una "nervatura" di valori che, con la Resistenza, con la partecipazione popolare, ha saputo trasferire l'anima autentica del Paese nell'ordinamento dello Stato. Tutto ciò emerge con chiarezza alla fine dell'esame dei testi letti dal presidente nei tanti posti d'Italia scelti per celebrare la festa della Liberazione. E' il valore della "memoria" che Sergio Mattarella non si scorda mai di pubblicizzare conscio degli anni che passano e dei sempre più sparuti testimoni viventi di quegli anni di guerra e dittatura. Così anche in questo drammatico 2025, tra guerre militari e guerre commerciali, il presidente potrà completare il decimo capitolo della sua raccolta. Non si sa come vorrà declinarlo a Genova, ma è certo il suo pensiero: "Il frutto del 25 aprile è la Costituzione. Il 25 aprile è la festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo".
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