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Crisi Juventus, Giuntoli e Scanavino analisi con Motta

Crisi Juventus, Giuntoli e Scanavino analisi con Motta

Incontro a pranzo, chiesto cambio di marcia. Tifosi infuriati

TORINO, 17 marzo 2025, 19:32

Redazione ANSA

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Thiago Motta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Thiago Motta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per Thiago Motta e la sua Juventus è stata un'altra notte da incubo, la seconda di fila. Ai quattro gol subiti dall'Atalanta bisogna aggiungere i tre di Firenze, che vuol dire sette in 180 minuti: numeri del genere non si vedevano dal 2011, quando sulla panchina bianconera sedeva Gigi Delneri.

Ed è sempre da quell'annata, la 2010/2011, che la squadra non collezionava così pochi punti dopo 29 giornate: all'epoca erano appena 42, oggi Thiago ne ha dieci più, ma comunque quattro in meno rispetto all'Allegri del 2021/2022, il tris che completa il 'podio degli orrori' negli ultimi 14 anni.

Il direttore tecnico Cristiano Giuntoli, intanto, gli ha rinnovato la fiducia a più riprese. Lo ha fatto davanti a microfoni e telecamere direttamente dal Franchi di Firenze dopo la seconda batosta consecutiva, lo ha ribadito in privato durante un pranzo faccia a faccia nel quartier generale bianconero, lontano da occhi indiscreti.

Già, perché nel day after il dirigente si è incontrato con l'amministratore delegato Maurizio Scanavino e lo stesso Thiago Motta per una lunga e approfondita analisi su tutto ciò che non sta funzionando in una Juve crollata a picco. Se il campionato finisse oggi, la squadra sarebbe addirittura fuori dalla zona Champions, scavalcata proprio nell'ultimo week-end di serie A dal Bologna, quasi a rendere ancora più amara la beffa per il tecnico ex rossoblù. E proprio il quarto posto è l'obiettivo minimo e insindacabile da parte della società, sia per questioni sportive ma anche e soprattutto per gli aspetti economici.

 

Così, il tecnico e i due dirigenti si sono riuniti attorno ad un tavolo per capire come far ripartire la Juve, che mai in questa stagione aveva fallito clamorosamente due appuntamenti consecutivi. Ed è esattamente questo l'aspetto che contesta una bandiera come Alessandro Del Piero: "Il segnale più grave è che non c'è stata una reazione, in campo ma anche in panchina e nella dirigenza non c'è nessuno che possa essere totalmente sereno e dire di aver dato tutto - ha spiegato l'ex capitano bianconero dagli studi di Sky - e non può mancare una reazione quando sei preso a cazzotti: questo non rispecchia lo spirito Juve". Per non parlare delle proteste, delle critiche e anche degli insulti via social di una piazza che sta raggiungendo il limite della sopportazione, non solo nei confronti di Thiago Motta ma anche della dirigenza. Spopola l'hashtag MottaOut, viene contestata la scelta di Giuntoli di confermare il tecnico, c'è anche chi "perdona" Massimiliano Allegri e lo vorrebbe nuovamente in sella. Il presidente dell'associazione Italia bianconera, Fabio Germani, invita i tifosi bianconeri a disertare lo stadio nel finale di stagione.

Nel calderone è finito pure Cambiaso: a Firenze ha chiesto il cambio perché apparso molto dolorante alla caviglia, gli esami al J Medical però hanno escluso problematiche e il bianconero ha raggiunto il ritiro della Nazionale, dove verrà nuovamente valutato dallo staff azzurro. Alla Continassa si lavorerà fino a giovedì compreso, poi Thiago Motta ha concesso un week-end lungo di riposo. Per ora, l'appuntamento di sabato 29 marzo contro il Genoa allo Stadium appare lontanissimo, ma la tensione comincia già a salire nel quartier generale bianconero. Anche perché quella sarà davvero una sfida senza appello per tutti, alla Juve. 
   

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