Fabio Grosso e Domenico Berardi. Sono stati due degli artefici della straordinaria stagione del Sassuolo che regalerà al club neroverde il suo dodicesimo campionato in serie A, dopo averne disputati, per la prima volta nelle sua storia, 11 di fila.
Grosso in panchina e Berardi in campo, hanno decisamente fatto la differenza e dovrebbero essere i punti fermi del futuro. Fabio Grosso ha già un contratto biennale firmato nel giugno 2024 con opzione per il terzo anno. Sulla sua conferma non ci dovrebbero essere dubbi, visti i risultati, ma anche per la grande intesa con l'ad Giovanni e Carnevali e il ds Francesco Palmieri.
Quest'ultimo si cimentava, dopo anni nel settore giovanile, per la prima volta con i 'grandi' e, anche nel suo caso, l' apporto alla causa si è rivelato decisivo. Per Fabio Grosso, l'uomo del destino del mondiale 2006, ultimo rigorista della notte di Berlino, sarebbe una vera prima volta su una panchina di serie A. C'era già stato per poche settimane al Brescia nel 2019, esonerato dopo tre sconfitte su tre. Partito da Bari nel 2017, è a Frosinone che si è imposto come allenatore vincente portando la squadra ad una storica serie A nel 2023.
Ottenuta la promozione, scelse la Francia per una breve (appena 7 gare) e sfortunata esperienza all'Olimpic Lyon. Pochi mese dopo, i primi contatti con il Sassuolo che l'avrebbe forse voluto prima del giugno 2024 quando poi le parti trovarono l'intesa.
Tutto da decifrare il futuro di Berardi. Complice anche l'infortunio che l'ha tenuto fermo dal 3 marzo al 5 ottobre 2024, data del suo rientro, ha scelto di restare anche in B per disputare quella che è stata la sua tredicesima stagione in neroverde. Il suo contratto scadrà nel giugno 2027 (compenso di 2,3 milioni netti a stagione) e potrebbe anche decidere, lasciando per la prima volta il Sassuolo, di cercare nuove avventure, anche per riconquistare la maglia azzurra.
Sarà un tema caldo del prossimo mercato, come è poi successo a più riprese negli anni passati. Quello che certo è che l'impegno della famiglia Squinzi, già confermato all'indomani della retrocessione, non si fermerà: "siamo pronti ad affrontare nuove sfide sportive insieme alla nostra squadra e a tutti quelli che la supportano", dice Veronica Squinzi, figlia di Giorgio e ad della Mapei. Tornando alla straordinaria stagione, da sottolineare il fatto che dopo 4 giornate il Sassuolo aveva appena 5 punti in classifica.
Probabilmente perchè alcuni giocatori non erano del tutto convinti di giocare in B. Trovata l'armonia e la giusta convinzione di tutti, da lì in poi una cavalcata che in 29 partire ha fruttato 70 punti. E tra gli artefici non sono passati inosservati i 15 gol di Laurientè e il prezioso apporto di uomini come Boloca e Toljan i più presenti con 31 presenze su 33.
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