Il trofeo sportivo più antico del mondo, una storia cominciata nel 1851, un evento condito di epos fatto di barche, campioni e luoghi. Iconici, quasi sempre. E ora questa leggenda centenaria sceglie per la prima volta l'Italia: è Napoli la sede della America's Cup 2027, la 38/a edizione della sfida velica più celebre si svolgerà tra Castel Dell'Ovo e Posillipo, mentre a Bagnoli ci saranno le basi dei team sfidanti.
L'ufficialità dell'accordo con il defender New Zealand l'ha data il governo, con la premier, Giorgia Meloni, che si è detta "orgogliosa" perché quello che si svolgerà nel capoluogo campano è "un evento globale che coinvolge milioni di appassionati e rappresenta una sintesi unica tra tradizione, innovazione tecnologica, eccellenza ingegneristica e spirito competitivo". "Napoli mostrerà la sua competenza" ha sottolineato il sindaco Gaetano Manfredi. "E' un'opportunità per l'intero Paese" ha esultato il ministro per lo sport Andrea Abodi. Entusiasta anche il Ceo di Team New Zealand, Grant Dalton, nonostante debba andare "nella tana del leone", ovvero Luna Rossa: "Gli italiani sono il pubblico più appassionato e coinvolto della Coppa", e "Napoli la sede perfetta". "Patrimonio dell'Unesco" e "il mondo guarderà all'Italia" scrivono dall'America's Cup. Che nei decenni ha cambiato volto più volte.
E ne è passata infatti di acqua da quando il 22 agosto di 174 anni fa a Solent, un braccio di mare che separa l'Isola di Wight dalla Gran Bretagna, si disputò la regata che avrebbe segnato l'inizio di questa storia. Allora furono 15 gli yacht ad affrontarsi sotto lo sguardo della Regina Vittoria, e a vincere fu la goletta 'America' comandata dal Commodoro Stevens del New York Yacht Club. Alla fine del 1851 la Coppa delle 100 Ghinee passò l'Atlantico, fino al 1856 anno in cui fu donata al New York Yacht Club diventando un trofeo internazionale che però fino al 1870 venne dimenticato. Ma in quell'anno l'inglese James Ashbury, con il suo yacht Cambria attraversò l'Atlantico e lanciò la sfida per riportare in Gran Bretagna il trofeo. La prima edizione di questa nuova regata (ribattezzata Coppa America) ebbe inizio l'8 agosto 1870. Da quel momento, con l'unica interruzione dal 1937 al 1958 è cominciata la storia della Coppa detta anche 'la Vecchia Brocca', arrivata fino all'edizione made in Italy di Napoli.
L'Italia si affacciò per la prima volta nel 1983 con Azzurra e poi negli anni ha solcato le acque tra gli altri con il Moro di Venezia, Mascalzone Latino e Luna Rossa. E proprio il Team Prada ora è chiamato a vincere in casa. Napoli per la sede ha vinto la concorrenza di Atene e Cagliari, fattesi avanti dopo l'annuncio del team neozelandese che non avrebbe difeso il trofeo in casa, cosa già successa nel 2024 (a Barcellona). Ora Napoli si prende la scena e salva una Coppa che ha perso pezzi e registrato diversi ritiri anche tra i team (Alinghi e Ineos) e che al momento vede la partecipazione di Luna Rossa Team Prada e Athena Pathway a rappresentare la Gran Bretagna come Challenger of Record (Ceo l'olimpionico Ben Ainslie). Gli americani di American Magic ancora non sono usciti allo scoperto, ma alla fine potrebbero dire sì.
Nel tempo sono cambiati scafi e format, ma non la regola secondo cui il sindacato che vince decide regole e dove si svolge l'edizione successiva. Il magnate americano Larry Ellison, patron di Oracle vincitore nel 2010, stabilì che dall'edizione 2013 in California avrebbero gareggiato non più imbarcazioni a vela tradizionali, ma dei catamarani. Quindi non più il monoscafo, ma con due scafi dotati di un'ala rigida al posto della vela principale. Lo fece ispirandosi alla formula uno, a favore di velocità e show per la resa tv. Ma poi si cambiò ancora, con un ritorno nel 2017 ai monoscafi, ma ultratecnologici, gli AC75, caratterizzati dai foil che rendono le imbarcazioni volanti sull'acqua.
In attesa di sapere se ci saranno altre novità, Napoli è sicura di essere la capitale dell'America's Cup per un biennio: il prologo nella primavera del 2026, con la Louis Vuitton Cup, la serie di regate degli sfidanti che designano il 'challenger' del detentore. La griglia dei partenti è ridotta all'osso al momento viste le rinunce, ma non è escluso che altri consorzi, europei in primis, soprattutto italiani facciano la corsa contro il tempo per mettere su uno scafo, fosse anche solo per la suggestiva vetrina (anche nel 2007 a Valencia a fare compagnia a Luna Rossa si aggiunsero Mascalzone Latino e +39). Venti anni dopo la prima in Italia, nel Golfo di Napoli con vista Capri, per un'altra pagina della storia della Coppa più vecchia al mondo.
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