"Quasi vent'anni di lavoro, di
battaglie tecniche e burocratiche, ma alla fine ad avere la
meglio è stata non solo la perseveranza ma soprattutto la
convinzione di dover regalare un orizzonte moderno alla medicina
dello sport". La Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) ha
infatti annunciato il riconoscimento a livello europeo della
specialità di Medicina dello Sport ai sensi della Direttiva
2005/36/CE con la
pubblicazione nella Gazzetta europea della Commission Delegated
Decision (EU) 2024/1395.
"È il coronamento di un lungo processo, sul quale mi sono
fortemente impegnato da quando, nel 2019, assunsi la presidenza
dell'EFSMA, Federazione Europea di Medicina dello Sport -
afferma il presidente della FMSI e dell'EFSMA Maurizio Casasco -
proseguendo l'operato iniziato nel 2005 dai miei predecessori e
con l'importante contributo del Prof. Fabio Pigozzi, oggi
Presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello
Sport (FIMS). Un risultato che premia anche la lunga
tradizione e il valore riconosciuto alla Medicina dello Sport
italiana in tutto il mondo e che sono certo aprirà importanti
sviluppi a livello internazionale".
"Questo risultato - ha sottolineato Pigozzi - è il giusto
riconoscimento del lavoro portato avanti dalla Federazione
europea. Per la specializzazione in Medicina dello Sport si
tratta di uno straordinario traguardo che testimonia
l'importanza sociale della medicina dello sport, della
promozione dell'esercizio fisico e di stili di vita sani. In
prima linea nella lotta contro le malattie non trasmissibili che
uccidono 41 milioni di persone ogni anno, rappresentando il 74%
di tutti i decessi a livello globale".
Un risultato che sottolinea una volta di più l'eccellenza di
un Paese, l'Italia, che di questo iter è stato capofila, poiché
la scuola di specializzazione universitaria post-laurea in
Medicina dello Sport è nata, prima nel mondo, proprio in Italia,
a Milano, nel 1957 ad opera del Prof. Rodolfo Margaria.
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