"Il n.1 non è un trofeo ma è il
traguardo di cui parlerei a un figlio, stare 52 settimane in
vetta è una cosa grande. Bambini? Mi piacciono tanto e certo che
penso ad avere dei figli, ma non ora perché non riuscirei ad
essere il papà che vorrei. E' troppo presto per me". Jannik
Sinner si prepara al ritorno in campo dopo i tre mesi di stop
per il caso clostebol: intanto, nel count down verso il rientro
previsto a Roma agli Internazionali, il campione altoatesino si
racconta in una intervista esclusiva pubblicata sul sito di
Gruppo Intesa Sanpaolo nell'area dedicata alla Community.
"La chiave per restare a certi livelli - afferma - è che ogni
giorno è una opportunità di far vedere che sei migliorato anche
in allenamento: se sei costante i risultati primo o poi
arrivano. Il tennis dovrà trovare un modo per far appassionare i
giovani, il nostro è uno sport che ha tanta storia e tante
regole, non potremo cambiarle soprattutto negli slam, ma sono
convinto che sarà una piccola rivoluzione".
Tre parole in cui riconoscersi: talento, costanza e passione.
"Aggiungo dedizione e la metto al primo posto, perché a volte
non hai neanche voglia di allenarti e invece lo fai e fa la
differenza. Il talento va all'ultimo posto, la costanza è molto
importante ed è legata alla dedizione, la passione è normale
averla. Metti tutte le cose insieme e con il talento diventi un
giocatore fortissimo".
Per raggiungere certi livelli le rinunce sono un obbligo.
"Tante rinunce, uscire la sera, fare qualche sciatina in più,
andare al mare: ma ho 23 anni ho fatto tante cose per stare in
questa posizione e non voglio buttar via tutto. So che la vita
vera è fuori dal campo: l'importante è tenere tutto in
equilibrio. Sono cresciuto velocemente, ho dovuto imparare a
fare la spesa, le lavatrici. A 14 anni stavo con una famiglia
croata che vedevo più della mia".
Tra le persone più importanti Sinner indica "Alex Vittur, non
è solo il mio miglior amico, è la persona di cui mi fido di più"
e racconta di aver "pianto tanto da piccolo, quando dovevo stare
furi casa per i tornei. E mi capita anche adesso, perché quando
vinco sono calmo ma quando perdo ho i miei momenti no. Ora sono
contento del mio comportamento in campo". Quanto alla crescita
sportiva il n.1 sottolinea che "ora sono più consapevole dei
miei mezzi: sul dritto abbiamo fatto grandi passi avanti e anche
il servizio è migliorato molto. Il rovescio resta il mio più
naturale".
"Una promessa? Speriamo di tornare in campo... - conclude
ridendo - Intanto, che lavorerò tantissimo e darò il massimo poi
i risultati verranno".
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