Le Borse europee si confermano
deboli dopo l'avvio di Wall Street. L'attenzione, più che sul
Pil Usa migliore delle attese e sui sussidi di disoccupazione
minori delle stime, resta concentrata sui dazi. Quelli del 25%
in vigore dal 3 aprile annunciati mercoledì da Donald Trump
affossano i titoli automobilistici europei, oltre a quelli
americani che producono in Messico come General Motors (-10%).
Soffrono le case tedesche che rappresentano la fetta
maggiore delle importazioni americane di autoveicoli
dall'Europa. La Borsa di Francoforte cede così l'1,23%
appesantita da Porsche (-5,2%), Mercedes (-3,6%), Bmw (-2,8%) e
Volkswagen (-2,3%) che detiene i marchi Audi e Lamborghini. A
Londra (-0,85%) fa peggio Aston Martin Lagonda (-5,3%) e non va
molto meglio alla franco italiana Stellantis (-4,88%) e a
Ferrari (-1,95%).
A Piazza Affari (-0,5%) si muove invece in decisa
controtendenza Tim (+3,86%) sulle ipotesi che Poste (+0,12%)
possa crescere nel capitale rilevando azioni da Vivendi
(-0,35%). Trascurate le banche: Unicredit cede lo 0,89% del
giorno dell'assemblea per l'ops su Banco Bpm e quest'ultima lo
0,75% in attesa del cda all'indomani del no della Bce all'uso
del danish compromise.
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