Imprenditori rovinati che inventano
stratagemmi 'furbetti' per salvarsi dalla crisi, infiltrazioni
della malavita, scandali, arresti, migranti di ieri e di oggi,
bugie e tradimenti. Sono fra gli ingredienti della commedia
satirica Leoni, opera prima di Pietro Parolin, in uscita il 5
febbraio con Bolero, realizzata in Veneto con protagonisti come
Neri Marcorè e Piera degli Esposti, affiancati fra gli altri da
Stefano Pesce, Anna Dalton, Antonio Pennarella, Pierpaolo
Spollon. Il film realizzato della Csc Production, la compagnia
di produzione del Centro Sperimentale di Cinematografia, di cui
Parolin è stato allievo, è sostenuto anche da molte aziende
venete, che stanno portando avanti iniziative di promozione ad
hoc. Una strada originale per una commedia ''divertente ma anche
agganciata alla realtà, a differenza di altre che hanno solo
l'obiettivo di far ridere. Innescare qualche riflessione di tipo
etico non guasta'' spiega Marcorè. La provincia veneta
''assomiglia a tantissime altre province del nostro Paese, il
film poteva essere ambientato ovunque con qualche minimo
aggiustamento. Viene fuori un ritratto di italiani che troviamo
nella cronaca, i furbetti, quelli che fanno affari in modo poco
trasparente, vivono di ombre e cose losche pensando di essere i
migliori. Il titolo del film viene anche da questo, si parla di
personaggi che si credono leoni ma si scoprono animali molto
diversi. Quello che interpreto io pensa di essere il miglior
domatore sulla piazza, mentre sta per essere domato''. Infatti
il protagonista, Gualtiero Cecchin (Marcorè), simpatico e
creativo gaglioffo, rampollo ultraquarantenne di una stimata
famiglia borghese del trevigiano, si ritrova vittima della
crisi. Non ha più soldi e la madre Mara (Piera Degli esposti),
che controlla gli affari dal letto della sua camera,
trangugiando acqua santa, non ha intenzione di continuare a
viziarlo. Gualtiero però non si arrende e decide di usare le
conoscenze della mamma nel clero per vendere crocifissi in
plastica riciclata. Peccato che la materia prima, rimediatagli
dall'ambiguo Gennaro (Pennarella), abbia una pericolosa
controindicazione... Si aggiungono al quadro, fra gli altri,
l'invidioso cognato di Gualtiero, Alessio(Pesce), sposato a
Elisa (Dalton), professoressa che si ritrova in mezzo a uno
scandalo, e l'onesto figlio di Gualtiero, Martino (Spollon). Il
padovano Parolin dice che ''questo film è molto autobiografico,
per tutte le generazioni che ho provato a raccontare. C'è il
Veneto migrante del passato, ma anche quella generazione che non
ha raccolto il testimone dei padri ma ha sperperato tutto. Mi
interessava vedere come il protagonista non arrivasse a maturare
se non nei rapporti umani. Si demanda ai figli la volontà di
cambiare le cose''. Piera Degli Esposti, scambiandosi attestati
di stima con Marcorè (''come uomo è un sollazzo, recitare con
lui per me è difficile, perché mi fa veramente ridere'') pensa
che il film racconti un Italia ''bottegaia e ladruncola, sempre
molto legata agli averi. Non si sa per chi tifare''.
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