(di Giorgio Gosetti) Gli inglesi, si
sa, hanno la passione per le classifiche. Così uno dei più
antichi quotidiani del Regno Unito, il "Daily Telegraph" decis
di stilare la lista dei 100 geni viventi e gli assegnò il 26mo
posto. Più di recente la rivista Forbes lo ha incluso tra i 500
uomini più ricchi con un patrimonio che supera i 3 miliardi di
dollari. La somma di queste due bizzarre classifiche fotografa
bene la personalità di Steven Allan Spielberg, nato a Cincinnati
il 18 dicembre 1946 e festeggiato per 75 anni vissuti alla
velocità della luce tra 57 film realizzati, 179 produzioni
guidate al successo con mano ferma, una quarantina di progetti
abbandonati (o ceduti ad altri) che avrebbero fatto la fortuna
di chiunque altro tra un "Harry Potter" e un "Poltergeist", "Il
giovane Holden" e "Interstellar". In lui convivono il sognatore
e l'uomo d'affari, il fanciullino che vive sulla nuvola e il
perfetto liberal americano, l'eterno ragazzo ancora segnato dal
razzismo e bullismo che fecero dell'adolescenza un inferno e il
"pater familias" che ha messo al mondo 4 figli con due mogli
diverse e altri tre ne ha adottati con l'attuale compagna Kate
Capshaw. Nel giorno del suo compleanno saranno tutti intorno a
lui e non mancheranno i messaggi d'auguri degli amici più cari:
George Lucas, Martin Scorsese, Francis Coppola, tutti accomunati
dall'etichetta di "movie brats", i campioni della Nuova
Hollywood al tempo dei loro esordi negli anni '70. Ma il demone
della regia si era impossessato del giovane Steven ben prima.
Figlio di un ingegnere elettronico e di una pianista (entrambi
ebrei), schiavizza tutti fin da bambino, dirigendoli in
cortometraggi girati con una cinepresa a 8mm. I temi sono sempre
avventurosi ed epici, anche se, dopo il trasferimento della
famiglia nel New Jersey dove l'etichetta di "sporco ebreo"
ferisce quotidianamente l'adolescente Spielberg incupisce anche
i toni delle sue storie. Nel 1957, a 11 anni, gira un
catastrofico scontro tra due treni-giocattolo ("The Last Train
Wreck") e poi un western ("The Last Gun") in cui è anche attore.
Nel 1961 ecco il primo medio-metraggio, un racconto di guerra
tutto girato intorno a casa, "Escape to Nowhere". L'influenza
dell'amato David Lean si fonde con la sua passione per i fumetti
di fantascienza e d'avventura: simula un incidente tra aeroplani
filmando all'aeroporto di Phoenix, adatta una storia scritta
dalla sorella Nancy per il fluviale "Firelight", saga futuribile
di 140 minuti che il padre farà proiettare in un cinema
affittato per l'occasione. In compenso non si segnala come
studente modello a Saratoga e Los Angeles dove frequenta con
poco profitto l'università statale. Preferisce spendere le sue
giornate agli studi della Universal dove si finge per mesi un
lavorante finché, scoperto, induce il capo del personale ad
assumerlo veramente. La sua storia d'amore con il cinema è
scandita da numerosi record: a 22 anni esordisce col primo
"corto" professionale ("Amblin"), che gli frutta un contratto di
7 anni con la Universal. Due anni dopo dirige l'episodio pilota
della serie "Il tenente Colombo" e strappa i finanziamenti per
il suo primo film, "Duel": si impegna a girarlo in 10 giorni da
un racconto di Richard Matheson che scrive con lui la
sceneggiatura. Consegnerà il film finito in 13 giorni lasciando
a bocca aperta i produttori che decidono di distribuirlo prima
al cinema e solo dopo in tv. "Duel" gli guadagna anche la stima
dell'amico George Lucas che aveva scommesso sul suo insuccesso e
invece finirà a versargli una quota parte degli incassi del
primo episodio di "Guerre stellari". Dopo un road movie nello
stile della Nuova Hollywood, "Sugarland Express" invitato a
Cannes nel '74, conclude di fatto quel movimento portando al
successo planetario "Lo squalo" nel 1975 con 470 milioni di
dollari di incasso e tre Oscar vinti. Due anni dopo, nel 1977,
riscrive il modello della Science-Fiction con "Incontri
ravvicinati del terzo tipo" con il suo attore-feticcio Richard
Dreyfuss e uno dei suoi autori prediletti, François Truffaut.
All'inizio degli anni '80 batte altri due record: corona il suo
sogno da autore con il trionfo di "E.T - l'extraterrestre" che
lo colloca nella storia del cinema e dirige per l'amico Lucas
(produttore) il primo episodio della saga di "Indiana Jones".
Dopo "I predatori dell'arca perduta" firmerà altri tre episodi e
tiene nel cassetto altri due copioni. Nel 1985 mostra per la
prima volta il suo volto più impegnato con "IKl colore viola"
dedicato ai temi della schiavitù in America. Il filone
dell'impegno civile ci regalerà opere come "Amistad", "Lincoln",
"Il ponte delle spie"(scritto dai fratelli Cohen), "The Post",
ma soprattutto un capolavoro assoluto come "Schindler's List"
del 1993 con cui vince due premi dell'Academy per il miglior
film e la migliore regia. Devolverà tutto il suo compenso a una
fondazione per la memoria della Shoah, ritenendo quei soldi
"intinti nel sangue" delle vittime. Ma nello stesso anno
conferma la sua vocazione di regista da blockbuster con una
storia di dinosauri ideata da Michael Crichton: "Jurassic Park"
sarà il suo più grande successo commerciale. Si arriva al 1998
con un altro record: il film di guerra più veridico mai girato,
"Salvate il soldato Ryan" con cui vince un altro Oscar (4 in
tutto, fino ad oggi). La pandemia ha frenato l'uscita in sala
del suo nuovo lavoro da regista e produttore: un ambizioso
remake di un classico del musical come "West Side Story",
interpretato da un giovanissimo cast di attori, cantanti e
ballerini di ogni etnia, girato interamente a New York e
impreziosito dall'apparizione di Rita Moreno, scoperta da Robert
Wise nel film originale, musicato da Leonard Bernstein e scritto
da Arthur Laurents. Il film originale compirà 60 anni nel 2021 e
l'uscita del remake, verosimilmente rimandata al 10 dicembre
2021, sembra già prenotare un record di candidature all'Oscar.
«Mia mamma era una pianista classica - ha raccontato il regista
a Vanity Fair -. La nostra casa era piena di album di musica
classica. La colonna sonora del musical è stato il primo album
di musica popolare che la mia famiglia abbia mai lasciato
entrare in casa. Da bambino me ne sono innamorato completamente.
Quella di 'West Side Story' è stata una tentazione che mi ha
accompagnato per molto tempo a cui ho finalmente ceduto».
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