Il 90% dell'acqua piovana viene
persa ma dal recupero dei piccoli invasi aziendali - migliaia
quelli censiti in Toscana - si potrebbe recuperare fino al 50%
della pioggia per irrigare le colture e anche per contrastare
gli incendi in caso di necessità. Lo sostiene Coldiretti Toscana
aggiungendo però che "è fondamentale, alla luce degli effetti
dei cambiamenti climatici, sbrogliare il groviglio di normative
e vincoli che oggi impediscono il loro recupero ed il loro
utilizzo". Coldiretti invita "la Regione Toscana ad intervenire
sulle normative per consentire alle imprese agricole di
riattivare gli invasi che oggi non sono utilizzati o addirittura
sono chiusi a causa di normative complicate".
In Toscana "quest'anno c'è stato un inverno più piovoso del
solito ma di quell'acqua, caduta abbondante, il 90% finisce in
mare quando con una rete di infrastrutture potremo recuperarne
fino al 50% - spiega Letizia Cesani, presidente di Coldiretti
Toscana - Ecco perché è necessario cambiare passo sulla gestione
della risorsa idrica, senza la quale tutti i record del cibo
Made in Tuscany, dal vino all'olio passando per il food, sono a
rischio per gli effetti sempre più violenti dei cambiamenti
climatici. Perdere i raccolti per la mancanza d'acqua significa
perdere anche quote di mercato che difficilmente si riesce a
recuperare".
Cesani ricorda che "la Toscana ha già a disposizione migliaia
di piccoli laghetti aziendali che oggi non sono utilizzati o
addirittura sono stati chiusi. Rinnoviamo l'invito alla Regione
Toscana, con cui stiamo collaborando, a sbloccare il groviglio
di normative e vincoli che oggi impediscono il loro recupero ed
il loro utilizzo. Sono infrastrutture già presenti sul
territorio e che potrebbero quindi dare risposte immediate
salvando le acque piovane che sarebbero poi utilizzate per
l'irrigazione ma anche per domare gli incendi evitando l'uso
dell'acqua di mare, dannosa per le piante".
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