La proposta di introdurre il doppio
turno per le elezioni provinciali non piace alla consigliera
provinciale del Partito democratico Lucia Maestri: "La legge
elettorale non è proprietà privata della maggioranza", scrive in
una nota in cui parla anche di quegli "ormai pochi
sopravvissuti del movimento autonomista sempre pronto a correre
in aiuto del vincitore".
"Con un emendamento al disegno di legge 'Salva Fugatti' -
insiste Maestri - viene così rimarcata l'ostinazione a trattare
la delicata materia elettorale come questa fosse una proprietà
privata dell'attuale maggioranza, peraltro dimenticando la netta
opposizione leghista a livello nazionale proprio al doppio
turno, al punto che il Ministro per gli affari regionali e le
autonomie ne prospetta l'abolizione almeno per i grandi Comuni".
L'esponente del Pd rileva "non solo l'innalzamento dei
mandati del presidente della Provincia ed il tentativo di
imporre la procedura d'urgenza per la discussione consiliare, ma
adesso arriva anche il ballottaggio eventuale e l'aumento del
numero delle preferenze". L'accusa di Maestri alla maggioranza è
quella di una incapacità di "formulare una organica proposta di
revisione della norma elettorale" per effetto della quale "la
destra si affida alla comoda 'politica del minestrone': un
ingrediente per ogni gusto e per ogni esigenza, nell'errata
percezione che le regole della democrazia siano appannaggio
esclusivo solamente di una parte dell'arco consiliare".
"Si tratta - conclude Maestri - di un atteggiamento che tanto
rammenta la legge Acerbo (L. 18 novembre 1924 n. 2444), voluta
dal fascismo per cambiare radicalmente, a proprio favore, il
sistema elettorale italiano e con la quale si aprirono le porte
all'affermazione del regime. Ricordare è esercizio ormai
irrinunciabile".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA