Mezzo secolo di grande musica, di
spettacoli di livello internazionale, di artisti leggendari,
celebrati in un volume fotografico che racconta la storia e i
retroscena di Umbria Jazz . E' quello realizzato da "La Nazione"
per celebrare i 50 anni della kermesse umbra e che il
quotidiano regalerà in edicola ai suoi lettori venerdì 7 luglio.
"Note d'oro.
Cinquant'anni di Umbria Jazz", a cura della vice responsabile
de "La Nazione" Umbria, Donatella Miliani, è stato presentato
questa mattina in una conferenza stampa a Perugia, alla presenza
del vice direttore de La Nazione, Luigi Caroppo, del
vicecaporedattore della redazione umbra, Pier Paolo Ciuffi, del
fondatore e storico direttore artistico della manifestazione,
Carlo Pagnotta e della presidente della Regione Umbria,
Donatella Tesei.
Una ottantina di pagine che racchiudono foto storiche della
kermesse, in cui si raccontano aneddoti noti e meno noti di una
manifestazione che ha ospitato e attirato sui suoi palcoscenici
i nomi di artisti del calibro di Miles Davis, Sting e Gil Evans,
ma anche Burt Bacharach, Carlo Santana, Eric Clapton e Elton
John.
"E' un regalo che "La Nazione", grazie anche al contributo
della Regione Umbria, vuole fare non solo alla città di Perugia
ma a tutti gli amanti di Umbria Jazz" ha detto Caroppo. "Umbria
Jazz è un evento monumentale e Carlo Pagnotta è un monumento
vivente - ha detto Piepaolo Ciuffi -. Quello che noi abbiamo
voluto realizzare è un omaggio a quello che è riuscito a fare,
agli artisti che è riuscito a portare in 50 anni di successi".
"La storia del festival - ha detto Donatella Miliani -, per
essere raccontata, non poteva che partire dal principale
protagonista da 50 anni, Carlo Pagnotta, colui che l'ha fondato,
lo ha ideato, lo ha fatto crescere fino a farla diventare la
manifestazione che è oggi". "E' una soddisfazione - ha detto
Pagnotta -. Se me lo avessero detto 50 anni fa non ci avrei
creduto. Evidentemente si è lavorato bene e le istituzioni ci
hanno creduto. Umbria Jazz è diventato una dei festival più
importanti del mondo. Negli anni 70' un festival itinerante e
gratuito non lo faceva nessuno, il segno lo abbiamo lasciato".
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