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In Umbria saranno raccolte le firme per legge sul fine vita

In Umbria saranno raccolte le firme per legge sul fine vita

L'impegno di Laura Santi, malata e attivista Luca Coscioni

PERUGIA, 14 febbraio 2025, 15:36

Redazione ANSA

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Dal 3 aprile inizierà in Umbria la raccolta firme per presentare la proposta di legge regionale di iniziativa popolare sul fine vita "Liberi subito". Obiettivo è di arrivare almeno alle 3 mila sottoscrizioni necessarie già nei primi tre mesi.
    Ad annunciarlo è stata Laura Santi, attivista dell'associazione Luca Coscioni promotrice della legge e affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla per la quale sono stati riconosciuti tutti i requisiti per accedere al suicidio assistito al quale comunque non intende tuttavia al momento ricorrere. Lo ha fatto incontrando i mezzi d'informazione nella sua abitazione.
    La giornalista ha fatto il punto anche sull'iter della sua richiesta di suicidio medicalmente assistito.
    Laura Santi ha spiegato di volersi ora impegnare in questa ulteriore battaglia "mettendoci la faccia". L'iniziativa umbra arriva dopo la recente approvazione da parte del Consiglio regionale della Toscana della proposta di legge "Liberi subito" e nel giorno in cui è stata data anche la notizia del primo caso di suicidio assistito in Lombardia.
    Ora, ha ribadito Santi, vanno regolamentati tempi e modalità per i malati che rientrano in quei diritti già sanciti anche dalla Corte costituzionale dopo le azioni di disobbedienza civile dell'associazione Coscioni. "Il mio obiettivo - ha spiegato - è di far sì che non esistano più altre Laure Santi". “Posso permettermi di aspettare?” si è domandata Santi per poi sottolineare che ha ancora “qualcosa da fare e da dire” e che ora a spingerla è quindi “una battaglia che diventa collettiva”. “Oggi dopo avere ottenuto il mio diritto potrei mollare – ha ribadito – ma non mi piace questa situazione e non me ne andrò prima di aver combattuto per altre persone che si trovano nella mia stessa situazione”. La sua battaglia, prima di vedersi riconosciuti i quattro requisiti per poter accedere al suicidio assistito e poter morire così volontariamente, è infatti andata avanti per circa tre anni. “Nonostante la lunga battaglia però oggi non sono ancora del tutto libera di morire” ha annunciato Santi. “La mia Asl infatti - ha proseguito - mi ha detto che sono in possesso dei requisiti ma poi non è andata oltre. Quindi mi sono detta, ecco ci risiamo. Non dispongo infatti di nessuna informazione del farmaco e di come sarà la procedura. La malattia sta andando avanti e io devo potermi somministrare il farmaco da sola. Sembra che non ci sia la voglia di occuparsene fino in fondo. Ora certamente dopo la Toscana, prima regione che ha approvato la nostra legge ‘Liberi subito’, siamo molto più liberi di prima ma voglio che anche in Umbria si arrivi ad una soluzione che contempli così modalità certe e tutti gli step autorizzativi necessari per quel malato che dispone dei requisiti. Il suicidio medicalmente assistito è già ormai un diritto costituzionale, ma serve una legge che alla fine va a tutelare non solo il malato ma anche l’operatore sanitario”. Per Santi il fatto di poter essere liberi di decidere fino a che punto si può soffrire è una cosa trasversale che non dovrebbe avere colori politici. Ha così lanciato infine un appello a tutti i consiglieri regionali e alla presidente della Regione Umbria Stefania Proietti: “Il discorso qua non è religioso ma di pietas verso i malati, che Proietti incarna perfettamente perché è una donna sensibile alle sofferenze dei malati”.

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