(di Fausto Gasparroni)
E' con un editoriale
sui media vaticani, a firma del direttore Andrea Tornielli, che
la Santa Sede prende le difese del Papa emerito Benedetto XVI,
investito dalla bufera alzata dal rapporto sugli abusi sessuali
nell'arcidiocesi di Monaco, di cui Joseph Ratzinger fu
arcivescovo dal 1977 al 1982, con l'accusa di "comportamenti
erronei" in quattro vicende di preti pedofili.
"Non si può dimenticare che Ratzinger, il quale già da
prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede aveva
combattuto il fenomeno nell'ultima fase del pontificato di san
Giovanni Paolo II (...), una volta diventato Papa ha promulgato
norme durissime contro gli abusatori clericali, vere e proprie
leggi speciali per contrastare la pedofilia": "ha testimoniato,
con il suo esempio concreto, l'urgenza di quel cambiamento di
mentalità così importante per contrastare il fenomeno degli
abusi: l'ascolto e la vicinanza alle vittime a cui va sempre
chiesto perdono", ricorda Tornielli.
"È stato proprio Joseph Ratzinger - prosegue - il primo Papa
ad incontrare più volte le vittime di abuso durante i suoi
viaggi apostolici. È stato Benedetto XVI, anche contro
l'opinione di tanti sedicenti 'ratzingeriani', a proporre, nel
mezzo della bufera degli scandali in Irlanda e in Germania, il
volto di una Chiesa penitenziale, che si umilia nel chiedere
perdono, che prova sgomento, rimorso, dolore, compassione e
vicinanza".
Nell'editoriale vengono ricordate le parole di papa Ratzinger
sul volo che lo portava a Lisbona, nel maggio 2010, Quando
riconobbe che "le sofferenze della Chiesa vengono proprio
dall'interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa",
e che "la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai
nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa", oltre al fatto
che "la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la
penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una
parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il
perdono non sostituisce la giustizia'". "Parole precedute e
seguite da fatti concreti nella lotta alla piaga della pedofilia
clericale - aggiunge -. Tutto questo non può essere né
dimenticato né cancellato".
Dinanzi alle polemiche già divampate e in attesa della
"dichiarazione dettagliata" che il quasi 95/enne Papa emerito -
che nei giorni scorsi ha rettificato la precedente affermazione
di non aver partecipato nel 1980 a una riunione
all'Arcivescovado di Monaco in cui si discuteva di un prete
accusato di abusi giunto da Essen per trattamenti terapeutici -
ha promesso una volta terminato l'esame del corposo dossier,
Tornielli fissa comunque un altro punto: "le ricostruzioni
contenute nel rapporto di Monaco, che - va ricordato - non è
un'inchiesta giudiziaria né tantomeno una sentenza definitiva,
aiuteranno a combattere la pedofilia nella Chiesa se non
verranno ridotte alla ricerca di facili capri espiatori e di
giudizi sommari".
Intanto, appare significativo quanto scrive sulla figura del
Papa emerito il segretario particolare mons. Georg Gaenswein nel
libro 'Testimoniare la Verità. Come la Chiesa rinnova il mondo',
nei prossimi giorni in libreria per le Edizioni Ares: "Benedetto
ha una parola fondamentale, che lo ha sempre accompagnato, dal
tempo in cui era professore e cardinale. È la Veritas, la
Verità. La chiave è che la Verità si è fatta uomo in Cristo e la
Verità è il grande tema nella vita di Benedetto - un tema che
sotto forme diverse si è sempre ripresentato nella sua vita".
Gli uomini di Chiesa "sono uomini, possono sbagliare", ma la
Chiesa "è lo strumento voluto da Cristo stesso per rinnovare il
mondo", è tra l'altro il tema del volume.
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