(di Fausto Gasparroni)
"In Ucraina scorrono
fiumi di sangue e di lacrime". E' l'immagine potente, destinata
a imprimersi nelle menti e nei cuori, che papa Francesco usa
oggi all'Angelus, in un ampio e drammatico appello in cui offre
la disponibilità della Santa Sede come 'mediatrice' nel
conflitto, inviando intanto due cardinali nel Paese per portare
il suo aiuto e la sua vicinanza. E allo stesso tempo per la
prima volta sconfessa apertamente la 'retorica' e la propaganda
putiniane, per le quali è proibito persino usare la parola
"guerra".
"Non si tratta solo di un'operazione militare, ma di guerra -
sottolinea significativamente il Pontefice -, che semina morte,
distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così
come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini".
"In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in
ora la necessità di assistenza umanitaria", denuncia il Papa,
che rivolge il suo "accorato appello perché si assicurino
davvero i corridoi umanitari" - e la parola "davvero" evidenzia
le mancate promesse finora sul rispetto della necessaria tregua
-, "e sia garantito e facilitato l'accesso degli aiuti alle zone
assediate, per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e
sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura".
Francesco ringrazia "tutti coloro che stanno accogliendo i
profughi", e soprattutto implora "che cessino gli attacchi
armati e prevalga il negoziato - e prevalga pure il buon senso
-. E si torni a rispettare il diritto internazionale!". "La
Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi al servizio
per questa pace", proclama Bergoglio con la sua offerta a farsi
'facilitatore' di un'intesa tra le parti e la fine delle
ostilità.
Il Papa annuncia anche la partenza per l'Ucraina di due
cardinali, "per servire il popolo, per aiutare": si tratta del
cardinale polacco Konrad Krajewski, elemosiniere, "per portare
gli aiuti ai più bisognosi", e del cardinale canadese di origine
ceca Michael Czerny, prefetto 'ad interim' del Dicastero per lo
Sviluppo umano integrale. "Questa presenza dei due cardinali lì
è la presenza non solo del Papa - spiega -, ma di tutto il
popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: 'La guerra è una
pazzia! Fermatevi, per favore! Guardate questa crudeltà!'".
Il Pontefice, applaudito dai fedeli di Piazza San Pietro,
ringrazia infine "anche le giornaliste e i giornalisti che per
garantire l'informazione mettono a rischio la propria vita.
Grazie, fratelli e sorelle, per questo vostro servizio! Un
servizio che ci permette di essere vicini al dramma di quella
popolazione e ci permette di valutare la crudeltà di una guerra.
Grazie, fratelli e sorelle".
"Preghiamo insieme per l'Ucraina: qui davanti abbiamo le sue
bandiere. Preghiamo insieme, come fratelli, la Madonna Regina
dell'Ucraina", dice quindi rivolto ai fedeli, recitando un'Ave
Maria.
L'appello di oggi del Papa segna un evidente cambio di passo
rispetto alle precedenti prese di posizione più 'equidistanti' -
per le quali Francesco ha ricevuto anche critiche - e in cui
mancava un'esplicita e chiara condanna verso l'aggressore russo.
L'evoluzione della guerra giunta all'11/o giorno, le sofferenze
della popolazione, le centinaia di migliaia di sfollati, tra cui
tante donne e bambini, hanno spinto il Papa a puntare il dito
senza equilibrismi contro la "pazzia" e la "crudeltà" del
conflitto, contro le violazioni del "diritto internazionale",
nonché contro le "fake news" e i "sotterfugi verbali" - così li
chiama in un editoriale il direttore dei media vaticani Andrea
Tornielli - usati "per mascherare la crudele realtà dei fatti".
Un primo sentore si era avuto già ieri quando Bergoglio ha
autorizzato l'ex nunzio apostolico a Kiev, monsignor Claudio
Gugerotti, oggi suo 'ambasciatore' nel Regno Unito, a scendere
in piazza in una manifestazione a Londra contro l'aggressione
russa, arringando i presenti con un eloquente "oggi siamo tutti
ucraini".
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