(di Fausto Gasparroni)
"Oggi, attraverso un'informazione
sofisticata, siamo caricati di problemi mondiali senza avere le
forze e le chiavi interpretative per rispondere. Questa è una
condizione drammatica. Non abbiamo delle risposte globali…
Quando pongo una simile questione, mi sento rispondere che
questa è una domanda tipica della mentalità moderna, mentre oggi
siamo nel postmoderno e non cerchiamo più le soluzioni globali.
Però io rimango con la fame di soluzioni globali".
Risuonano come estremamente attuali le parole del cardinale
Carlo Maria Martini, pronunciate dal porporato durante un
dialogo nella basilica di Santa Maria in Trastevere nel 1998,
ricordate da Andrea Riccardi nella prefazione al libro di
Roberto Zuccolini "La Parola e i poveri. Storia di un'amicizia
cristiana. Carlo Maria Martini e la comunità di Sant'Egidio", in
libreria per le Edizioni San Paolo (pp. 562, euro 25,00).
"Queste parole - osserva il fondatore di Sant'Egidio -, nel
contesto di scenari nuovi come quelli della globalizzazione,
mostrano la sua sete di domande, la sua volontà di cercare
sempre e ancora, il suo bisogno di non accontentarsi di quel che
si pensa, si sa, si conosce già". "Sono la testimonianza di un
cercatore di Dio - aggiunge Riccardi -, sia quando scruta le
Scritture sia quando incontra le donne e gli uomini del nostro
tempo; ma testimoniano anche di un uomo che, pur sapendo che il
nostro viaggio va al di là dei confini della vita, non
rinunciava ad esplorare e quasi a forzare le frontiere di questa
vita e della geografia di questa nostra storia".
"La Parola e i poveri" racconta la storia della lunga
amicizia di Carlo Maria Martini con la Comunità di Sant'Egidio,
cominciata a metà degli anni Settanta e continuata fino alla sua
scomparsa nel 2012. Il libro fa emergere alcuni aspetti
originali, solo parzialmente visitati, di questa grande figura
della Chiesa contemporanea, aiutandoci a cogliere qualcosa in
più della sua vita e del suo pensiero. La seconda parte del
volume raccoglie alcuni testi di Martini, in parte inediti.
Si tratta di lettere, relazioni, omelie o discorsi
pronunciati nel corso di eventi a cui ha partecipato insieme a
Sant'Egidio, più altre pagine relative ad anni immediatamente
precedenti l'incontro con la Comunità. Il patrimonio culturale
che affiora da questi scritti non riguarda solo la Chiesa ma,
più in generale, il mondo, nel delicato passaggio dalla
divisione Est-Ovest - eredità della guerra fredda agli esordi
della globalizzazione.
Parole e pensieri che a distanza di anni risultano
sorprendentemente attuali su temi come l'immigrazione, il valore
degli anziani nella società, il dialogo interreligioso e la
pace. Ma anche riflessioni profonde sul valore della vita nel
suo momento più difficile, quello della malattia che accompagnò
gli ultimi anni di Martini. Testi che ancora oggi interrogano
con forza chi li legge.
Roberto Zuccolini, giornalista, ha lavorato per oltre 30 anni
al Corriere della Sera in diversi settori del giornale seguendo
in particolare il fenomeno dell'immigrazione e specializzandosi
in Chiesa e mondo cattolico, prima di diventare capo servizio
del politico. Esperto anche di società africane e relazioni
internazionali, è autore tra l'altro di "Shahbaz Bhatti. Vita e
martirio di un cristiano in Pakistan" (Edizioni Paoline). Da
dicembre 2014 è portavoce della Comunità di Sant'Egidio.
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