(di Fausto Gasparroni)
"All'inizio del mio pontificato
affermavo che stavamo vivendo una Terza guerra mondiale a
piccoli pezzi, poi ho sostenuto che questi pezzi si fossero via
via ingranditi e adesso penso che sia tutto un unico grande
pezzo". E "continuo a credere che sia una tragedia enorme aver
perso la memoria della Seconda guerra mondiale. Una volta,
osservando i governanti dei Paesi che parteciparono al conflitto
durante una commemorazione dello sbarco in Normandia, pensai che
avrebbero dovuto piangere. Solo lì morirono quasi trentamila
persone. La guerra è frutto di una serie di pazzie".
Hanno sicuramente delle risonanze profetiche molti passi di
'Non sei solo. Sfide, risposte, speranze', libro-intervista di
papa Francesco a firma dei giornalisti Francesca Ambrogetti e
Sergio Rubin, che l'editore Salani manda domani in libreria come
edizione italiana di 'El pastor' (Il pastore), uscito in
Argentina tra febbraio e marzo scorsi, quasi allo scadere dei 10
anni di pontificato.
Seguito ideale de "Il gesuita" - scritto nel 2010 quando
Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires e
diventato bestseller mondiale nel 2013 con l'elezione a Papa -,
nel nuovo volume Francesca Ambrogetti, ex responsabile dell'ANSA
in Argentina, e Sergio Rubin, del quotidiano El Clarin,
propongono sia un'analisi serrata che un racconto appassionante
del papato di Francesco, frutto di periodiche interviste
condotte nell'arco di questi 10 anni.
Tanti, pressoché esaustivi di tutti i filoni e nodi del
pontificato, i temi trattati nelle 286 pagine di 'Non sei solo'
- visti attraverso lo sguardo personale di Bergoglio, mentre il
prologo è firmato dallo stesso Pontefice -, che peraltro esce in
un momento ancor più drammatico per il mondo, col riesplodere
del conflitto in Medio Oriente, e quello in Ucraina lungi dal
trovare una tregua, al pari dei tanti altri della "guerra
mondiale a pezzi". E' proprio per questo che, tra le domande
rimaste in sospeso, Francesca Ambrogetti ne sceglie una: "ci ha
ripetuto spesso che da quando è stato eletto Papa la pace non
l'ha mai lasciato. In questo momento tanto difficile e con tante
sfide per il mondo e per la Chiesa, come fa a trovare in se
stesso la forza per non perdere la pace?".
"Nell'ultima fase della scrittura di questo nuovo libro lo
scenario era molto diverso da quello dei primi incontri - dice
all'ANSA la co-autrice del volume -. I conflitti erano numerosi
ma non potevamo immaginare i cambiamenti vertiginosi della
società e in particolare delle tensioni internazionali, oggi al
limite. E che gli avvertimenti del Papa sulla guerra mondiale in
piccoli pezzi che stavano diventando sempre più grandi,
sarebbero stati cosi profetici. E gli appelli alla comprensione
tra popoli e religioni così necessari".
"Quanto a come vive oggi ciò che sta accadendo in Medio
Oriente - dice la giornalista che da molti anni ha mantenuto con
Bergoglio uno stretto rapporto -: con particolare dolore, perché
fin da piccolo ha imparato sui banchi di scuola di una società
multiculturale e multireligiosa, lezioni di comprensione e
accettazione degli altri, dei diversi".
"La guerra d'altra parte è stata molto presente nella
famiglia Bergoglio che ha vissuto la prima - ricorda ancora
Francesca Ambrogetti -. Il nonno ha scelto di emigrare in
Argentina con la moglie e l'unico figlio per raggiungere i
fratelli, ma anche per il timore di un nuovo conflitto. Il Papa
racconta nel capitolo sulla famiglia di non aver mai dimenticato
l'emozione con la quale accolsero la notizia della fine della
seconda guerra mondiale".
"Ricordo anche che in più di un'occasione ci ha detto che non
solo pativa le ferite altrui nell'anima ma che sentiva nel suo
anche quelle del corpo - conclude -. Con profonda sofferenza e
preoccupazione ma anche con fede, speranza e tutto il suo
impegno per contribuire al raggiungimento della pace".
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