C'è un insidioso "attacco alla madre" e spesso per indebolire l'unicità di questo ruolo, pur in nome di una uguaglianza, si arrivano a fare scelte nelle quali "l'interesse del minore viene arbitrariamente sacrificato". E' quanto sottolinea il giurista cattolico, Alberto Gambino, presidente nazionale di Scienza & Vita, nella prefazione al saggio di Debora Donnini "Finché non sorsi come madre" (edizioni Chirico Cantagalli).
Un libro un po' controcorrente rispetto al 'mainstream' che, in nome di un principio di uguaglianze e perfette simmetrie, sacrifica la peculiarità del ruolo delle madri. La giornalista, con un esperienza ventennale nei media vaticani, parte da una lettura biblica per arrivare al pensiero dei pontefici e anche ad una analisi più laica, per mettere in evidenza come il pensiero della 'madre' possa apportare un contributo decisivo per la sopravvivenza e lo sviluppo delle nostre società. Dal tema della violenza sulle donne alla lotta alla pedofilia fino ad un'armonizzazione del ruolo della madre, troppo spesso lacerata fra famiglia e lavoro perché non sostenuta, spazia il cammino che l'autrice propone di fare insieme al lettore. Un cammino che si confronta con il pensiero degli ultimi pontefici, in particolare Papa Francesco e San Giovanni Paolo II.
"Quando nasce un figlio, nasce sua madre", sottolinea l'autrice che rilancia una ricerca dell'Università di Leiden e di Barcellona, del 2016, secondo la quale la gravidanza non modifica solo il corpo della donna ma anche il suo cervello, in una sorta di "processo per migliorare la capacità di cura dei propri piccoli". Ma questo legame peculiare e in un certo senso indissolubile sembra messo in discussione e l'autrice cita al proposito il disegno di legge sull'affido condiviso che era stato presentato nel 2018. Ma più in generale l'insidia - si legge nel libro - sta anche in tutti quegli ostacoli legati alla difficoltà odierna di conciliare famiglia e lavoro: "Non tutte le donne possono e/o desiderano fare le casalinghe. la donna va sostenuta, specialmente in una società dove la denatalità avanza senza tregua".
A chiudere il saggio è la postfazione di don Francesco Giosuè Voltaggio, professore di Sacra Scrittura e Scienze Bibliche presso lo Studium Theologicum Galilaeae (Corazim, Israele), che avverte: "Sfatiamo un mito: la Bibbia non è maschilista" e "solo una ritrovata comunione tra uomo e donna, che consenta di varcare la soglia dell'ego per giungere ad avere armonia con il 'tu' dell'altro, potrà rinnovare il mondo".
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