Tornano nelle strutture turistiche
religiose le prenotazioni per l'estate che si registravano negli
anni prima del Covid. Lo sottolinea l'associazione 'Ospitalità
Religiosa' legata alla Cei.
In un sondaggio che ha coinvolto oltre duemila gestori delle
case di ospitalità che fanno capo a enti religiosi o no-profit,
per un settore che dispone di circa 250.000 posti letto,
l'andamento delle prenotazioni per l'estate è definito ottimo o
buono dal 67% dei gestori, a cui si aggiunge un 25% di
valutazioni sufficienti.
Secondo i dati dei gestori, il 20% degli ospiti aveva già
prenotato lo scorso anno per il 2022 e un 53% lo ha fatto in
questi ultimi mesi, col miglioramento della situazione
pandemica. Resta però un italiano su quattro che non ha ancora
deciso dove e quando andare. Per il 65% dei vacanzieri la durata
sarà pressoché identica all'anno scorso, con un 19% di ospiti
che, invece, potrà contare su qualche giorno in più.
Confrontando i dati del 2019, il 35% dei gestori ritiene che
l'estate 2022 sarà migliore e il 45% è dell'idea che i numeri
rispecchieranno mediamente gli stessi dell'ultimo anno
"normale". Tra i timori dei gestori, l'81% guarda con
preoccupazione all'aumento delle spese fisse (luce, gas,
alimenti), che non sarà compensato dall'aumento delle tariffe,
ormai concordate con gli ospiti in fase di prenotazione. Il 19%
lamenta anche la difficoltà a reperire personale specializzato,
toccando addirittura il 27% per il personale generico. "I
risultati complessivi fanno intuire una stagione positiva per i
soggiorni turistici e spirituali, ma resta l'incubo - sottolinea
Fabio Rocchi, presidente Associazione Ospitalità Religiosa
Italiana - dell'impennata dei costi di beni e servizi, che
potrebbe vanificare il sostegno alle molte attività
caritatevoli, assistenziali e missionarie che proviene dagli
introiti di questo particolare settore dell'ospitalità".
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