Nemmeno delle volate più rocambolesche e complicate Mario Cipollini si era scontrato con un avversario così ostico e agguerrito: l'ex campione del mondo di ciclismo su strada, iridato a Zolder nel 2002, nella "guerra" giudiziaria con Ivano Fanini, suo patron e mentore, è finito a processo imputato per il reato di calunnia.
Super Mario è stato querelato da Fanini che era stato accusato da Cipollini di una tentata estorsione. Il pubblico ministero Eugenia Bertini ieri ha chiesto una condanna a due anni per l'ex ciclista (189 successi in una carriera professionista tra il 1989 e il 2002, vincendo 42 tappe al Giro d'Italia, record assoluto), che tuttavia - come riporta il "Corriere del Veneto" - non rischierebbe molto perché il reato si prescriverà il prossimo mese di agosto. La sentenza comunque è prevista il 28 aprile.
Una lunga battaglia giudiziaria, tutta made in Lucca: Cipollini, 58 anni il prossimo 22 marzo, è nato nella città toscana; Fanini, 74 anni, è originario della vicina Capannori.
Fanini ha scoperto e lanciato Cipollini che con le squadre dell'imprenditore versiliese ha corso da bambino fino ai 21 anni, vincendo più di cento gare ed il suo primo Mondiale, nel 1985 nella cronometro a squadre Juniores.
La vicenda a colpi di carte bollate ha preso il via il 9 marzo 2017, quando Mario Cipollini aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Verona querelando Fanini: il "Re Leone" sosteneva che l'ex patron lo avrebbe minacciato di diffondere notizie inedite sull'utilizzo di sostanze dopanti durante la sua attività agonistica, per ottenere il pagamento dovuto in base ad una sentenza del 2009 del giudice civile di Lucca su contratti di sponsorizzazione non rispettati. In quel procedimento il tribunale lucchese aveva dato ragione all'imprenditore e Cipollini era stato condannato a pagare 36mila euro per alcuni contratti di sponsorizzazione che non erano stati rispettati.
La denuncia di Cipollini era stata archiviata nel luglio 2018 dal gip del Tribunale di Verona, Livia Magri, che aveva accolto la richiesta del pm. Poi Fanini aveva a sua volta denunciato Cipollini per calunnia. Nell'udienza di ieri il pubblico ministero Eugenia Bertini ha rilevato che nella sua denuncia Cipollini avrebbe compiuto numerose omissioni, tra le quali il mancato inserimento della condanna del giudice vigile di Lucca al pagamento di 36mila euro. Nessun accenno anche ai rapporti professionali intercorsi tra l'ex campione di ciclismo e Fanini.
Il legale di parte civile ha chiesto un risarcimento danni di 70mila euro, con una provvisionale di 30mila euro. Il difensore di Cipollini ne ha chiesto l'assoluzione poiché non ci sarebbe stata la volontà dell'ex corridore di voler incolpare Fanini di tentata estorsione, ma solo la segnalazione di una serie di fatti affidati alla valutazione della magistratura. La decisione ora spetta al giudice Peter Michaeler, che si esprimerà tra due mesi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA