In Veneto gli ultra 80enni sono
382.906 (61% donne, per lo più vedove), pari al 7,6% della
popolazione. Erano 306.202 dieci anni fa, il 5,7% dei residenti,
pari a 76.700 ottuagenari in più; nello stesso arco di tempo la
popolazione complessiva regionale ha perso 53.500 abitanti. Lo
sottolinea lo Spi Cgil veneto, in base alle elaborazioni dei
dati Istat.
La provincia di Belluno guida la classifica, con 17.753
"grandi anziani", quasi il 9% della popolazione, +14% in dieci
anni. Al secondo posto Venezia (8,6%) dove l'aumento degli
ultimi dieci anni è passato da 56.277 a 70.166 unità (+27%).
Rovigo è terza, con una quota dell'8,5% e un +3,8% in 10 anni.
Le quattro province rimanenti ospitano simili percentuali di
ottuagenari, e un aumento decennale del +31% del Vicentino.
Tra i Comuni, a Cibiana di Cadore gli ultra80enni
rappresentano il 15,3% dei residenti, anche se in un numero
ridotto di abitanti. Segue nel vicentino Pedemonte (13,4%),
quindi i bellunesi Lamon (13%) e Voltago Agordino (12,4%). Fra
Vicenza e Padova i comuni più giovani: dal 4,42% di Zermeghedo
(Vicenza) al 4,35% di Massanzago (Padova) fino al 4% di
Gambugliano (Vicenza), che però ha solo 845 abitanti.
Per Massimo Cestaro, componente della segreteria dello Spi
Cgil del Veneto "l'allungamento dell'aspettativa di vita è un
fattore evidentemente positivo, ma il fenomeno deve essere
gestito, in primo luogo, per quanto concerne la sanità
territoriale. C'è poi il fondamentale tema dell'assistenza,
visto che il 40% degli ultra 80enni è in parte o del tutto non
autosufficiente. Aggiungiamo il pericolo isolamento, molto
insidioso soprattutto nelle aree più ostiche come quelle del
Bellunese e del Rodigino ma anche nelle grandi città, che hanno
visto scomparire, fra l'altro, un numero cospicuo di negozi di
vicinato, veri e propri presidi e punti di riferimento per i più
anziani. Riteniamo altresì fondamentali i progetti legati
all'invecchiamento attivo, che necessitano di risorse importanti
e di un confronto costante fra Regione e realtà di
rappresentanza come la nostra. È essenziale, infine, governare
una transizione tecnologica - conclude - che per molti versi sta
tagliando fuori e mettendo all'angolo proprio le persone più
anziane".
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