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Montanari, su museo Ginori squadrismo, Giuli perde la faccia

Montanari, su museo Ginori squadrismo, Giuli perde la faccia

'Patrimonio culturale usato per regolare conti politici'

FIRENZE, 12 marzo 2025, 12:33

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"È un puro atto squadrista di esercizio del potere per il potere. Non per fare, ma per togliere. Non per costruire, ma per distruggere. Una violenza assurda, insensata: in cui tutti hanno da perdere. Il ministro la faccia, la nazione un patrimonio. Violenza e vigliaccheria insieme: si chiama fascismo". Lo afferma, in una nota, Tomaso Montanari, in merito alla vicenda legata alla sua mancata riconferma alla presidenza della Fondazione Museo Ginori.
    Montanari ricorda che la presidenza è un incarico gratuito, "altrimenti non l'avrei accettata da Franceschini, né tantomeno avrei accettato la conferma per un secondo mandato annunciatami da Giuli. Poi Giuli ha cambiato idea. Da scrivermi su whatsapp 'Oggi sono a casa con la febbre. Firmo domattina se non ti serve tutto entro oggi', a sparire per mesi: fino a nominare (dopo aver annunciato con atto ufficiale il mio nome alla Regione Toscana) un ex assessore di Alemanno a Roma.
    Perché? Perché dopo che Fdi ha cacciato Francesco Spano, il capo di gabinetto che Giuli si era scelto sperando in una minima autonomia, Giuli è un ministro dimezzato, commissariato, paralizzato. Con un minimo di dignità, e di amore per il patrimonio culturale, avrebbe dovuto dimettersi. Invece obbedisce, ed esegue. Parlando col presidente della Toscana, non si è vergognato di motivare così l'epurazione: 'Montanari mi attacca in televisione'. E so che la querela di Lollobrigida contro di me per un mio articolo sulle sue frasi sulla sostituzione etnica, è stata il drappo rosso per chi controlla Giuli per conto di Palazzo Chigi".
    Per Montanari "usano il patrimonio culturale per regolare conti politici, epurare chi dissente, piazzare i propri uomini.
    Parlano di 'nazione', ma del patrimonio della nazione 'se ne fregano' (come direbbero loro). Perché è chiaro che tutto il lavoro fatto in 4 anni, finirà nella pattumiera. Una pura punizione per la Toscana, e per la Sesto Fiorentino fieramente antifascista. Ed è questa la cosa che fa male. Non per me" ma "per quelle opere meravigliose, per le persone che ci lavorano, per un territorio che aspettava a gloria il suo museo. E che ora sarà nelle mani di uno scelto per fedeltà senza alcuna competenza professionale di storia dell'arte, o di governo del patrimonio culturale".
   

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