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All'Aquila una Scuola per 'l'Etica dell'emergenza'

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All'Aquila una Scuola per 'l'Etica dell'emergenza'

Cardinale Petrocchi, urge curare anche le fratture del cuore

L'AQUILA, 22 luglio 2024, 21:05

Redazione ANSA

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Lo studio dell'etica intesa come scienza della vita che interroga l'esistenza umana nella sua globalità, con una particolare attenzione ai settori della sofferenza e della precarietà. E' quello offerto dalla Scuola di alta formazione in 'Etica dell'emergenza' per la quale si apriranno le iscrizioni dal 1° settembre prossimo.
    Una Scuola attivata grazie all'impegno della chiesa aquilana supportata dalla Caritas Italiana e dalla Regione Abruzzo che ha concesso borse di studio per gli studenti meno abbienti. A presentarla oggi all'Aquila, nell'aula magna dell'Istituto superiore di Scienze religiose 'Fides et Ratio', collegato alla Pontificia Università Lateranense, è stato il cardinale Giuseppe Petrocchi, insieme all'arcivescovo coadiutore Antonio D'Angelo, all'assessore regionale Roberto Santangelo. In sala anche il direttore della Caritas diocesana, don Dante Di Nardo, e don Daniele Pinton, preside dell'istituto teologico.
    "Quando sono stato inviato a L'Aquila da Papa Francesco - ha dichiarato il cardinale Petrocchi che è anche arcivescovo del capoluogo - ebbi forte nel cuore un impatto con l'evidenza drammatica del terremoto. Poi, incontrando le persone, mi sono reso sempre più conto che il terremoto aveva due dimensioni: quella esteriore, testimoniata in modo doloroso dai disastri edilizi e dalle vittime, e quella interiore, non visibile, spesso sommersa, costituita dalle fratture provocate nel cuore della gente".
    "Abbiamo a che fare, dunque - ha aggiunto Petrocchi - con traumi causati da calamità di vario genere causati dalla natura o dall'uomo. Questi traumi da calamità suscitano sofferenze che vanno 'accostate' e trattate mettendo in campo risorse spirituali e psicologiche che vanno oltre i pur necessari soccorsi prestati virtuosamente dalla Protezione civile.
    L'approccio dell'assistenza non è sufficiente a dare risposte a domande di prossimità che vengono dalle persone che hanno subito 'ustioni' nelle strutture profonde della loro personalità".
   
   

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