La Commissione Europea ha inviato
pareri motivati a otto Stati membri, ovvero Bulgaria, Spagna,
Francia, Italia, Cipro, Paesi Bassi, Slovacchia e Svezia, per il
mancato recepimento della direttiva (UE) 2023/2413, che mira a
semplificare e accelerare le procedure di autorizzazione per i
progetti di energia rinnovabile. Questa direttiva, che modifica
la precedente direttiva (UE) 2018/2001 sulle energie
rinnovabili, introduce misure tese a snellire le procedure
burocratiche necessarie all'installazione di impianti
rinnovabili, compresi lo stoccaggio e le infrastrutture
connesse. Gli Stati membri avrebbero dovuto recepire tali norme
entro il 1° luglio 2024, ma a oggi, come evidenziato dalla
Commissione, permangono lacune significative.
In particolare, la direttiva prevede l'obbligo per gli Stati di
designare "zone di accelerazione per le energie rinnovabili",
dove le autorizzazioni devono essere concesse più rapidamente
grazie a un impatto ambientale ridotto. Inoltre, introduce la
presunzione d'interesse pubblico prevalente per questi progetti,
un punto centrale per la loro priorizzazione rispetto ad altre
esigenze territoriali. Tuttavia, ad oggi, molti degli Stati
coinvolti non hanno rispettato pienamente tali disposizioni,
costringendo la Commissione ad avviare le procedure formali di
infrazione. Dopo aver esaminato le risposte, la Commissione ha
riscontrato carenze significative e, se le misure correttive non
saranno adottate entro due mesi, i casi potrebbero essere
deferiti alla Corte di giustizia dell'Unione Europea.
*Italia: una sfida ancora aperta, ma con esempi virtuosi
In Italia, nonostante il ritardo nella piena implementazione
della direttiva, emergono esempi virtuosi che dimostrano come la
cooperazione tra pubblico e privato possa essere la chiave per
accelerare la transizione energetica. Un esempio emblematico è
rappresentato dalla regione Campania, che, come sottolineato da
Mario Palma, CEO di Star Energia, si è distinta per la sua
capacità di instaurare un rapporto sinergico tra amministrazione
pubblica e settore privato. "La regione Campania è una delle più
virtuose grazie alla costruzione di un rapporto
pubblico-privato, attuato nel pieno rispetto dei termini
stabiliti dalle norme nazionali in materia di autorizzazioni,
grazie a una notevole attenzione agli apporti scientifici e
tecnologici suggeriti dal settore privato. Star da 20 anni opera
nel settore con un pensiero global e un'azione loca e
confrontandosi con professionisti appartenenti alla pubblica
amministrazione e dediti al progetto, ha sempre trovato terreno
fertile per svolgere al meglio ogni attività", afferma Palma.
Star Energia, leader nel settore delle energie rinnovabili, ha
avviato il suo primo progetto in Campania già nel 2009, segnando
un punto di svolta per l'energia rinnovabile nella regione. Da
quel momento, l'azienda ha continuato a collaborare con enti
pubblici per sviluppare infrastrutture sostenibili e innovative.
L'approccio di Star Energia ha permesso di consolidare una rete
di relazioni e progetti che ha posto le basi per una transizione
energetica concreta, dimostrando come l'integrazione tra
pubblico e privato possa facilitare il raggiungimento degli
obiettivi europei.
Mentre la Commissione sollecita gli Stati a recepire con urgenza
le nuove norme, regioni come la Campania dimostrano che la
transizione energetica è possibile, a patto di costruire
alleanze strategiche tra settore pubblico e privato. Star
Energia, con i suoi vent'anni di esperienza, ha saputo cogliere
l'opportunità di operare a livello locale mantenendo una visione
globale, un tratto distintivo che l'ha resa leader nel mercato
italiano delle rinnovabili.
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