È una delle donne più famose di tutti i tempi. Protagonista nell'immaginario - e in uno stuolo di film e serie tv - di una vita da fiaba tra carrozze dorate, gioielli, balli a corte. Elisabetta d'Austria, in realtà, era molto altro: donna indipendente, in contrasto con le convenzioni della sua epoca, la sua storia si intreccia a quella di un impero destinato a scomparire, ma che fino all'ultimo mostrò al mondo i suoi splendori e artigli. A raccontarlo per la prima volta in scena è Federica Luna Vincenti, che dopo quasi otto anni dedicati solo alla produzione, torna a recitare in teatro con Sissi l'Imperatrice, testo scritto e diretto da Roberto Cavosi, di cui è anche produttrice con la Goldenart insieme agli Stabili di Bolzano e del Friuli Venezia Giulia, in prima assoluta il 22 e 23 febbraio al Degli Illuminati di Città di Castello (PG) e poi in tournée fino ad aprile (tappe anche a Firenze, Milano, Bressanone, Bolzano, Merano, Trieste, Lecce).
"Interpretare un'imperatrice dell'800 può sembrare patinato, fiabesco - dice l'attrice all'ANSA - Ma quella è l'immagine che ci propinano e che di fatto si trasforma in un cabaret tragico".
La Sissi oggi in scena - con i costumi di Paola Marchesin - è quella dei suoi diari: carismatica, ribelle, anticonformista, perennemente in lotta con se stessa e con la realtà che la circonda, imperatrice antimperialista, vicina alle masse operaie, alle minoranze etniche e contraria a ogni forma di sopraffazione e guerra. "A renderla così contemporanea ed epicamente shakespeariana è la capacità di utilizzare consapevolmente il privilegio come strumento di denuncia", aggiuge Vincenti, che nello spettacolo è affiancata da un cast che rispecchia la multietnicità dell'Impero asburgico, con Milutin Dapcevic, Ira Nohemi Fronten (nei panni dell'attrice che Elisabetta assoldò per vivere una vita sessuale con suo marito), Claudia A. Marsicano e Miana Merisi.
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