Il Capodanno Cinese è uno degli eventi più attesi e celebrati dalle comunità asiatiche e non solo: secondo la tradizione cinese, il 2025 saluterà il Drago e darà il benvenuto al Serpente, o ‘piccolo drago’, il sesto dei dodici segni zodiacali dell’oroscopo cinese e simbolo portatore di saggezza che invita all’introspezione ed alla trasformazione. Per l’occasione, gli esperti linguistici di Babbel, hanno fatto un’analisi linguistica interamente dedicata a questo animale ambiguo e affascinante, indagando le espressioni idiomatiche internazionali di cui questo rettile è protagonista ed approfondendo la simbologia e la mitologia di popoli e culture diverse.
“Il serpente nell’oroscopo cinese rappresenta rinnovamento ed evoluzione, qualità significative, oltre a incarnare valori positivi come la sapienza e l’intuizione. Questa simbologia complessa si riflette anche nel linguaggio: grazie alla ricchezza di significati che abbracciano diversi ambiti, questo animale viene infatti utilizzato in modo metaforico per esprimere concetti complessi in modo immediato ed evocativo. In molte lingue e culture, il serpente assume significati diversi a seconda del contesto: in italiano, ad esempio, è spesso associato ad astuzia o pericolo, mentre in altre tradizioni, come quella egizia o orientale, rappresenta guarigione, rinnovamento e protezione” commenta Esteban Touma Portilla, Content Producer e insegnante di Babbel.
Serpenti in famiglia e con le gambe: frasi idiomatiche e proverbi sul rettile velenoso
Nella storia delle lingue il serpente viene spesso inserito in modi di dire che ne evidenziano la natura pericolosa e velenosa; tuttavia appare anche in detti coloriti che invitano alla previdenza e al buonsenso.
Parenti serpenti: detto popolare della lingua italiana che gioca sulla somiglianza grafica e la rima fra le due parole per indicare screzi o inganni che possono avvenire nella cerchia di legami più stretta, quella della famiglia. In questo caso, i parenti sono paragonati ai serpenti, che rappresentano qualcosa da cui tenersi alla larga e di cui diffidare.
A snake in the grass: l’espressione inglese, che si traduce letteralmente come “un serpente nell’erba” e dove il rettile è un’allegoria del pericolo, viene impiegata per mettere in guardia qualcuno o per descrivere una persona come potenzialmente pericolosa o malvagia. Secondo gli studiosi, questo modo di dire anglofono potrebbe trovare le sue origini nell’antica Roma e, in particolare, nelle Georgiche di Virgilio, che scriveva “latet anguis in herba” ovvero “un serpente si nasconde nell’erba”, per indicare proprio una minaccia difficile da individuare.
Schlangenzunge: il termine tedesco composto dalle parole “schlange” (“serpente”) e “zunge” (“lingua”) indica letteralmente la lingua del serpente. Il sostantivo, come anche la sua versione italiana “lingua di serpente” e francese “langue de vipère”, è spesso attribuito ad una persona maldicente e pettegola. In questo caso, la caratteristica della “malalingua” è incarnata dal serpente, che con la sua lingua biforcuta simboleggia il doppio gioco e la falsità
.画蛇添足 (huà shé tiān zú): questa espressione idiomatica cinese, che si può tradurre con “disegnare un serpente e aggiungere le zampe”, può ricordare l’espressione italiana “il troppo stroppia” e viene usata per criticare la tendenza allo strafare ed enfatizzare l’inutilità di un’azione superflua, che potrebbe portare a risultati sfavorevoli. Le sue origini si devono ad un racconto della tradizione cinese: un gruppo di persone, per decidere chi avrebbe bevuto per primo una brocca di vino, si sfidarono in una gara di disegno; chi avesse finito per primo la raffigurazione di un serpente, avrebbe vinto. Un partecipante, dopo aver finito in anticipo il disegno, decise di aggiungere anche delle gambe al proprio serpente, un dettaglio errato che gli costò l’esclusione dalla gara. L’idioma trova il suo corrispettivo anche nel kanji giapponese 蛇足 (dasoku, letteralmente “piede di serpente”).
Yılanın başını küçükken ezmek: questo modo di dire turco, traducibile con la frase “schiacciare la testa del serpente quando è piccolo”, ricorda di affrontare la nascita di problemi o minacce, incarnati simbolicamente dal serpente non ancora adulto, prima che la situazione diventi ingestibile: un promemoria ed un invito alla precauzione e all’accortezza per evitare conseguenze gravi in futuro.
Il serpente nell’immaginario comune, fra venerazione, danze profetiche e mito
Il fascino di questo animale è radicato anche nella storia e nella cultura di diversi popoli, che lo hanno temuto, invocato ed adorato al punto da dedicargli vari miti, rituali e simboli:
Bastone di Asclepio: comunemente conosciuto come l’emblema della medicina, questo simbolo è composto da un serpente attorcigliato a spirale intorno ad un bastone, quello di Asclepio, Dio della salute e patrono delle arti mediche per gli antichi greci. In questa rappresentazione il serpente assume un duplice significato: viene infatti associato sia alla guarigione, vista la sua capacità di rigenerarsi con la muta della pelle, sia alla conoscenza e alla sapienza, qualità riconducibili al dio Asclepio.
Uroboro: il serpente che morde la propria coda è un simbolo antico e ricco di significato, presente in culture ed epoche diverse. Nella tradizione alchemica, l’uroboro viene ricondotto al ciclo chimico di condensazione e distillazione che porta alla materia allo stato puro, mentre nell’antica tradizione egizia, secondo alcuni studiosi, sembrerebbe rappresentare il circolo del sole. Oggi, l’immagine dell’uroboro raffigura la ciclicità e veicola l’idea di eternità del tempo, interpretato come un continuo avvicendarsi tra le fasi di vita e di morte.
I Naga: figure mitologiche a metà fra dio e serpente, i Naga sono semidei che fanno parte delle religioni indù e buddhista e sono venerati da vari popoli, fra cui quello indiano e thailandese. Etimologicamente, il termine deriva dal sanscrito “nag”, ovvero “serpente”, mantenendola la stessa morfologia e significato in varie lingue dell’India. La nascita di questi semidei può essere ricondotta alla venerazione del serpente, considerato come l’incarnazione terrestre di creature soprannaturali, spesso associate anche al mondo acquatico e per cui vengono erette immense statue di serpenti a più teste, un culto ancora molto vivo in alcune parti del sud-est asiatico.
La danza del serpente: ideata dal popolo nativo americano degli Hopi, la danza del serpente, conosciuta anche come “danza della pioggia”, è un rito propiziatorio tipico di questa comunità, che prega il cielo affinché possa “piangere”. Durante questo rituale, varie tipologie di serpente vengono prima catturate, poi lavate, ed infine innalzate al culmine del rito, quando i danzatori Hopi, in fila, riproducono la forma ondeggiante dell’animale. Verso la fine del rituale i rettili vengono liberati ed indirizzati verso i quattro punti cardinali, come per portare un messaggio alle divinità. Per questo popolo, il serpente è un simbolo centrale che si collega all’acqua e alla pioggia, soprattutto perché riproduce naturalmente con il suo corpo la forma dei fulmini, indicatori di una tempesta imminente.
La leggenda di Grootslang: noto anche come “Grote Slang” (“grande serpente” in lingua afrikaans e olandese), questa creatura leggendaria viene descritta nel folklore sudafricano come un rettile gigantesco, che abita sul fondo di una caverna nel territorio desertico del Richtersveld. Secondo alcune interpretazioni della mitologia Zulu, questo gigantesco mostro-serpente custodisce dei diamanti, mentre per altre è esso stesso ricoperto da squame iridescenti, simili a pietre preziose, che cambiano colore a seconda del suo umore. Questa leggenda zulu è molto diffusa nel continente Africano, al punto da aver trovato diverse ramificazioni in varie culture; nella cultura congolese viene ad esempio chiamato Inkanyamba, mentre per la popolazione san del Kalahari è conosciuto con il nome di Gaora.
“Viper” e sport: il termine “viper” (“vipera”) è impiegato nel settore sportivo, come, per esempio, nel football americano, nel baseball o negli sport motoristici, per richiamare i concetti di velocità, energia e potenza. La vipera, con la sua agilità, forza e capacità di attaccare rapidamente, diventa in questo contesto un simbolo per rappresentare atleti e squadre che si distinguono per la loro reattività e potenza.
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