Si aperto con un contrasto di posizioni tra medici legali il processo per i cinque tunisini accusati dell'omicidio del connazionale 25enne Kaled Maroufi, ucciso il 12 luglio 2022 in un'area ferroviaria dismessa in via Larga, in periferia di Bologna. Davanti alla Corte di assise, presidente Pier Luigi Di Bari, si è avviata l'istruttoria e sono stati ascoltati ufficiali di polizia giudiziaria, del Ris di Parma, oltre ai Matteo Tudini, consulente del pm Anna Cecilia Sessa e Luca Sanapo, dell'avvocato Stella Pancari difensore di un imputato.
I due consulenti avrebbero concordato sulla causa della morte, avvenuta per schock emorragico, ma mentre il primo ha parlato di strangolamento (come da capo di imputazione), per il secondo ci sarebbero stati atti lesivi, ma non lo strangolamento.
Due imputati furono fermati poco dopo i fatti, a Ventimiglia, un terzo fu lasciato in libertà per mancanza di prove e altri due fuggirono in Germania, dove a metà gennaio 2023 furono fermati dalla polizia tedesca, su mandato di arresto dell'autorità giudiziaria bolognese. Il delitto sarebbe nato da una lite per un orologio rubato e la vittima sarebbe stata a lungo torturata. Gli altri imputati sono difesi dagli avvocati Michela Grande, Alessandro Cristofori, Francesco Saggioro, Vito Conte, Andrea Bazzani.
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