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Appalti Amiu per i rifiuti, sei condanne in appello

Appalti Amiu per i rifiuti, sei condanne in appello

Ribaltata la sentenza di primo grado che assolse tutti

GENOVA, 12 febbraio 2025, 15:42

Redazione ANSA

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Sei condanne in appello nel processo sugli appalti assegnati da Amiu, la società partecipata del Comune di Genova che si occupa della gestione dei rifiuti, alla Switch, azienda che nel 2013, all'epoca dei fatti, si occupava della raccolta differenziata. In primo grado tutti gli imputati erano stati assolti. L'inchiesta aveva coinvolto dipendenti ed ex funzionari di Amiu ma anche forze dell'ordine che, secondo l'accusa, avrebbero beneficiato della gestione disinvolta della raccolta. In alcuni casi gli imputati erano stati prosciolti per intervenuta prescrizione, in altri casi per non avere commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato.
    Oggi, il giudici di secondo grado hanno condannato Maurizio Dufour (amministratore delegato Switch) e Roberto Curati (socio) a due anni e sei mesi, Massimo Bizzi (allora direttore della Raccolta Amiu) a un anno e nove mesi, Roberta Malatesta (dirigente dell'ufficio tecnico amministrativo), Mauro Cinti e Flavio Parodi a un anno per traffico illecito di rifiuti. I legali sono Alessandro Sola, Nicola Scodnik, Alessandro Vaccaro, Romano Raimondo, Copello e Bottino.
    Secondo l'accusa, gli appalti per la raccolta dei rifiuti venivano affidati senza che la Switch ne avesse titolo e venivano simulati ritiri di ingombranti a domicilio con falsa documentazione per chiedere i rimborsi all'Amiu. Inoltre, venivano segnati quantitativi maggiori di rifiuti smaltiti per conto del Comune arrivando a effettuare smaltimenti gratuiti per enti pubblici istituzionali e forze di polizia, facendo poi figurare tali rifiuti come se fossero stati rinvenuti per strada incassando così l'addendum per la bonifica straordinaria.
    Inoltre, secondo l'accusa, il materiale veniva portato direttamente in discarica senza alcuna cernita e selezione.
    L'inchiesta, coordinata dai pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini, era partita nel novembre 2014, quando in carcere finì Corrado Grondona (allora direttore Affari legali di Amiu) che avrebbe affidato appalti in cambio di serate con escort.
   

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