Sei condanne in appello nel
processo sugli appalti assegnati da Amiu, la società partecipata
del Comune di Genova che si occupa della gestione dei rifiuti,
alla Switch, azienda che nel 2013, all'epoca dei fatti, si
occupava della raccolta differenziata. In primo grado tutti gli
imputati erano stati assolti. L'inchiesta aveva coinvolto
dipendenti ed ex funzionari di Amiu ma anche forze dell'ordine
che, secondo l'accusa, avrebbero beneficiato della gestione
disinvolta della raccolta. In alcuni casi gli imputati erano
stati prosciolti per intervenuta prescrizione, in altri casi per
non avere commesso il fatto e perché il fatto non costituisce
reato.
Oggi, il giudici di secondo grado hanno condannato Maurizio
Dufour (amministratore delegato Switch) e Roberto Curati (socio)
a due anni e sei mesi, Massimo Bizzi (allora direttore della
Raccolta Amiu) a un anno e nove mesi, Roberta Malatesta
(dirigente dell'ufficio tecnico amministrativo), Mauro Cinti e
Flavio Parodi a un anno per traffico illecito di rifiuti. I
legali sono Alessandro Sola, Nicola Scodnik, Alessandro Vaccaro,
Romano Raimondo, Copello e Bottino.
Secondo l'accusa, gli appalti per la raccolta dei rifiuti
venivano affidati senza che la Switch ne avesse titolo e
venivano simulati ritiri di ingombranti a domicilio con falsa
documentazione per chiedere i rimborsi all'Amiu. Inoltre,
venivano segnati quantitativi maggiori di rifiuti smaltiti per
conto del Comune arrivando a effettuare smaltimenti gratuiti per
enti pubblici istituzionali e forze di polizia, facendo poi
figurare tali rifiuti come se fossero stati rinvenuti per strada
incassando così l'addendum per la bonifica straordinaria.
Inoltre, secondo l'accusa, il materiale veniva portato
direttamente in discarica senza alcuna cernita e selezione.
L'inchiesta, coordinata dai pm Paola Calleri e Francesco Cardona
Albini, era partita nel novembre 2014, quando in carcere finì
Corrado Grondona (allora direttore Affari legali di Amiu) che
avrebbe affidato appalti in cambio di serate con escort.
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