Pettorine rosse, con la scritta
"infermiere" e maschere bianche a ricordare l'invisibilità. E
stata questa la protesta che i lavoratori dei pronto soccorsi
genovesi, presente anche una delegazione di Asl 4, hanno messo
in atto davanti alla Prefettura di Genova con un presidio per
denunciare "le condizioni drammatiche" di chi opera nel comparto
dell'emergenza urgenza. "C'è una carenza d'organico che ormai è
insopportabile, quantificata in almeno 270 infermieri da
assumere immediatamente sull'area metropolitana - spiega il
segretario di Luca Infantino, segretario Cgil Funzione Pubblica
di Genova - in presenza oltretutto di un bando di concorso che è
già attivo. È ovvio che se poi le scelte politiche determinano
un taglio di 2% sui bilanci aziendali, questo blocca anche la
capacità e il potere assunzionale da parte delle aziende
ospedaliere metropolitane. Credo credo sia la politica a dover
dare risposte perché spesso spesso ci si dimentica come il
personale sotto stress finisca in burnout perché i carichi di
lavoro sono diventati insostenibili". "È da anni che ci viene
prospettata una soluzione - aggiunge Marco Vannucci, segretario
generale Uil FPL Genova - ma ad oggi c'è assoluta mancanza di
integrazione ospedale territorio. Servirebbe una reale presa in
carico delle cronicità sul territorio, quindi l'utilizzo di
professionisti dell'infermiere di famiglia che andrebbe ad
evitare magari il riacutizzarsi di patologie croniche costrette
poi al pronto soccorso. Se a questo uniamo anche il cambiamento
della società e quindi il fenomeno delle aggressioni, arriviamo
alla tempesta perfetta. Crediamo che ad oggi le parole stiano a
zero e quindi noi chiediamo alla politica soluzioni concrete,
certe e soprattutto immediate".
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