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CRV - Dolfin (Lega-LV): “Terre del Dogado, qualità vitivinicola recupera migliore tradizione veneta"

PressRelease

CRV - Dolfin (Lega-LV): “Terre del Dogado, qualità vitivinicola recupera migliore tradizione veneta"

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Oggi, a palazzo Ferro Fini

30 gennaio 2025, 14:56

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Dolfin (Lega-LV): “Terre del Dogado, la qualità vitivinicola che recupera e promuove la miglior tradizione veneta”


(Arv) Venezia 30 gen. 2025 - Il consigliere regionale Marco Dolfin (Lega- LV) ha presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Ferro Fini, l’azienda agricola veneziana ‘Terre del Dogado’, specializzata nella produzione di vini veneti, rappresentata dai titolari, i fratelli Silvia e Marco Sabbadin.
Il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, ha introdotto la presentazione ricordando che “la storia della Serenissima è strettamente intrecciata a quella del vino: la Repubblica Veneta ha infatti avuto la capacità e la lungimiranza di sviluppare un modello ante litteram dell’odierno marketing territoriale, perfino del cosiddetto turismo enogastronomico, che oggi rappresenta un volano potentissimo sotto l’aspetto economico e di valorizzazione di un territorio”. Ciambetti ha ringraziato il consigliere regionale Marco Dolfin per aver “fortemente voluto e promosso questa iniziativa che dà lustro al nostro Veneto e alla sua storia”.
Il consigliere Marco Dolfin, nel suo intervento, ha rammentato come “da sempre, la produzione di vino è indissolubilmente legata al Veneto. E così lo è stato nel lungo e glorioso periodo della Serenissima Repubblica. L’azienda che oggi ospitiamo a palazzo Ferro Fini, ‘Terre del Dogado’, con sede a Oriago di Mira, nel Veneziano, lo sa bene, tanto da averne fatto la propria ragione di essere. A partire dal nome, dove Dogado si riferisce alla forma di governo della Serenissima stessa. Ma soprattutto per la gamma di vitigni coltivati, espressione pura della tradizione enologica della nostra terra”.
“In un momento storico in cui le eccellenze del Made in Italy sono una leva fondamentale per far crescere l’economia locale, un’azienda come questa ricopre una missione sociale e culturale – ha rimarcato Dolfin - Anche perché il rispetto e il recupero della tradizione vitivinicola regionale, presupposti del lavoro al suo interno, derivano dalla vocazione imprenditoriale familiare: Silvia e Marco che ora sono alle redini hanno ereditato l’azienda dal padre, esponente a propria volta di una radicata famiglia di agricoltori. Se poi la tradizione e il richiamo ai simboli della Serenissima si uniscono a una sapiente innovazione, allora la ‘Venezianità’ si porta a compimento; quest'ultima, da intendere come insieme di valori e capacità di fare che hanno caratterizzato la civiltà veneziana nei secoli. Ringrazio pertanto tutti i presenti, anche per le prossime iniziative congiunte di promozione”.
I fratelli Silvia e Marco Sabbadin hanno spiegato di essere “una realtà giovane, veniamo da una famiglia che ci ha trasmesso la passione per l’agricoltura e la viticoltura. Siamo molto legati alla ‘venezianità’, un amore che abbiamo espresso con la scelta del nome ‘Terre del Dogado’, sinonimo di ‘terre dei Dogi’, ovvero dei territori governati dalla Repubblica della Serenissima. I nostri vini hanno sì l’obiettivo di deliziare i palati, anche delle persone più esigenti, ma anche di riportare alla luce il periodo glorioso della Serenissima, durato più di mille anni e governato da 120 Dogi. Abbiamo dedicato a Venezia il ‘Prosecco 121° DoXe’, archetipo di un Doge immaginario, simbolo di Venezia, che incarna la capacità di resilienza e rinascita della città lagunare”.
“Così, abbiamo dato vita a un progetto, la celebrazione simbolica del ‘121° DoXe’ – hanno aggiunto i fratelli Sabbadin - che vuole dare risalto proprio alla resilienza di Venezia. Non a caso, abbiamo scelto una data simbolica: il 13 maggio, giorno di rivincita, rinascita e, appunto, resilienza per Venezia e i Veneziani, all’indomani della decadenza della Repubblica Serenissima per mano napoleonica. Con questa iniziativa, vogliamo far rivivere il periodo storico più glorioso di Venezia e, allo stesso modo, rappresentare tutte quelle persone che, giorno dopo giorno, attraversano innumerevoli difficoltà senza mai abbattersi e andando avanti con le proprie vite, superando tutti gli ostacoli. Ognuno di noi può essere il ‘121° DoXe’, grazie alle vittorie quotidiane e alla passione per Venezia. Ci siamo interfacciati con diversi artisti, scultori e artigiani del territorio veneziano, come Giorgio Bortoli (scultore), Stefano Dalla Valentina (maestro vetraio) e Stefano Nicolao (produttore di costumi storici), i quali hanno collaborato mettendo a disposizione la propria esperienza, professionalità e creazioni artistiche”.
Il dott. Fabio Busetto, esperto di scienza e cultura della gastronomia, ha sottolineato come “passione e spirito identitario hanno da sempre caratterizzato la tradizione secolare del vino a Venezia e il progetto ‘121° DoXe’ incarna bene questi valori”.
il professore Antonio Vaianella, presidente dell'associazione culturale ‘Yujo’, ha invece spiegato come “nella bottiglia del ‘Prosecco 121° DoXe’ sono racchiusi diversi livelli comunicativi, come convivialità, simbologia e forza economica. L’epoca dei Dogi è indubbiamente finita, ma a livello spirituale, per i veneziani, continua e si rinnova grazie a questa bella iniziativa dei fratelli Sabbadin”.

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