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Architettura: Peluffo, pensi a creare felicità per l'uomo

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Architettura

Architettura: Peluffo, pensi a creare felicità per l'uomo

La presentazione del suo libro alla Fondazione Federico II

PALERMO, 16 dicembre 2021, 18:36

Redazione ANSA

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L'architettura ha un compito fondamentale: cercare e creare la connessione tra l'ambiente e la comunità che lo abita. E l'obiettivo principale è quello di "plasmare gli spazi e le persone per dare felicità". Di questo è convinto Gianluca Peluffo, titolare di uno studio internazionale, che alla Fondazione Federico II ha presentato il suo libro "Il giuramento di Pan", una proposta di "fratellanza per l'architettura". Peluffo è autore di progetti innovativi come la moschea di Sokhna in Egitto, nei quali riversa la sua concezione estetica e politica della professione.
    Sin dal titolo il suo libro pone intanto la necessità di introdurre nella professione dell'architettura un giuramento, come si fa con altre professioni, per marcare il profilo etico dell'attività. L'altro tema di riflessione per Peluffo è il richiamo a Pan, una figura mitologica che interpreta l'idea di una connessione tra l'uomo e la natura. "Bisogna tornare a ragionare sullo spazio - dice - in modo da difenderne la fruizione pubblica che oggi viene sempre più compressa. Bisogna ritrovare il giusto rapporto tra spazi interni e spazi esterni, tra la comunità e il suo mondo". È una concezione sviluppata nel libro che l'urbanista Maurizio Carta definisca "potentemente politica" con riferimento al fatto che Peluffo mette insieme "tutte le scale" dell'architettura assegnandole un linguaggio universale. Questa visione comporta un cambiamento nelle città cariche di storia come Palermo? No, risponde Peluffo: "C'è poco da cambiare. Semmai c'è da adottare canoni di modernità perché l'architettura possa rappresentare anche questa fase del presente". L'architettura, concorda Patrizia Monterosso direttore generale della Fondazione Federico II, è fatta di fisicità, di tradizione e di visioni. "Gianluca Peluffo e il suo libro - conclude - ci ricordano che l'architettura deve essere sempre pubblica, in quanto strumento di crescita collettiva accompagnata dalla declinazione di una visione intelligente del mondo".
   

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